Via Garibaldi, scontro tra un'auto e un monopattino elettrico con a bordo madre e figlia

LivornoToday ECONOMIA

Entrambe sono state accompagnate in ospedale per ulteriori accertamenti.

Sul luogo dell'incidente è intervenuta la polizia municipale per i rilievi del caso

Sul posto sono intervenuti i volontari della Svs e quelli della Croce Rossa che hanno prestato le prime cure alla madre, una donna di 43 anni, che ha riportato traumi al collo e all'anca, mentre la figlia di otto anni ha subito un trauma al ginocchio. (LivornoToday)

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Trova “Elerent Marsala” su Facebook e Instagram. Per info: [email protected]. PUBBLIREDAZIONALE_ Costo del servizio: 1 euro per lo sblocco del mezzo e 0,18 centesimi al minuto. (Itaca Notizie)

In pratica, evidenzia ancora il gip Salvini, “non può bastare etichettare un mezzo come monopattino per eludere tutte le norme previste per la categoria di veicoli a cui è invece riconducibile” In base all’attuale normativa, si legge nel decreto di sequestro firmato dal gip Guido Salvini, i monopattini elettrici non devono superare una velocità massima 25 chilometri orari. (IL GIORNO)

E se da una parte è vero, per il giudice, che l’acquirente dovrebbe conoscere la normativa, «la materia è nuova e complessa» e «le indicazioni offerte dal venditore» tendono a fuorviarlo. «Possono circolare solo sulle strade urbane con un limite di velocità di 50 chilometri orari e sulle strade extraurbane solo se sia presente una pista ciclabile». (La Stampa)

Nelle borgate e nei quartieri periferici, le traccia di questa rivoluzione a due ruote sono quasi del tutto invisibili. I nuovi cives di Palermo sono una razza eretta, cammina su due ruote, sfrecciando contro il vento e incurante di ostacoli, marciapiedi e buche. (BlogSicilia.it)

Il dubbio che possa trattarsi di cosa che l’ordinamento vieta probabilmente nemmeno si pone per molti acquirenti, posto che è la stessa importante piattaforma di vendita a rappresentare una forma di garanzia di legalità". (La Repubblica)

L’indagine ipotizza il reato di tentata frode in commercio nei confronti di ignoti perché i pm Maura Ripamonti e Eugenia Biancamaria Baj Macario, con il coordinamento dell’aggiunto Eugenio Fusco, ritengono che i reati siano ipotizzabili solo a carico dei venditori, che non sono stati ancora identificati, e non dei giganti dell’e-commerce che si limitano a mettere a disposizione le loro piattaforme. (Corriere della Sera)