Esterno Notte, una pagina ignobile di storia raccontata con impeto sanguigno e indignazione

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Ed è proprio come cartina di tornasole del nostro Paese che Bellocchio affronta di nuovo quel vulnus, rifrangendo la vicenda attraverso vari prisma.

Un mondo che “si ci fosse luce sarebbe bellissimo”, ma che invece è l’esterno notte della nostra coscienza.

mercoledì 18 maggio 2022 - Cannes Film Festival. “Aldo Moro è l’Italia”, si dice in Esterno Notte, la serie in sei puntate con cui Marco Bellocchio rimette mano al racconto del caso Moro, vent’anni dopo il suo Buongiorno, notte (MYmovies.it)

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Il film, non in gara, è inserito nella sezione Cannes Première e sarà nelle sale cinematografiche d’Italia in due parti, la prima da oggi 18 maggio e la seconda dal 9 giugno. Tra questi ci sarà, fuori concorso, il regista italiano Marco Bellocchio che presenta al pubblico Esterno Notte, il suo ultimo film sul rapimento Moro, questa volta dando voce ai protagonisti, da Cossiga, a Papa Paolo VI, alla moglie di Moro, Eleonora. (ilmessaggero.it)

"Io quella vicenda – racconta Stefano Andreotti – l’ho vissuta da vicino, perché abitavo ancora nella casa di famiglia Legata al modo in cui Bellocchio ritrae la Democrazia cristiana e, in particolare, al modo in cui ritrae Giulio Andreotti, all’epoca presidente del Consiglio e figura dominante dello scenario politico italiano. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Conferma la giusta scelta di aver investito su questo progetto diretto da Marco Bellocchio, un grande Maestro del cinema italiano”, ha detto oggi a Cannes l’Amministratore Delegato della Rai Carlo Fuortes. (Rai Storia)

Fa già discutere “Esterno notte” di Marco Bellocchio, opera sui generis della durata di cinque ore e mezza. Aldo Moro raffigurato come un Cristo che porta la croce. (leggo.it)

Un film in due parti, una serie in sei episodi a loro volta divisi in tre, oppure viceversa. Per questo, nella sua naturale intimità e nel suo categorico rispetto, Esterno Notte è dramma che si trasforma in amore. (The Hot Corn Italy)

Salto nel vuoto è il titolo di uno dei film più psicanalitici di Bellocchio (era il 1980, protagonisti erano i “fratelli” Michel Piccoli e Anouk Aimée). Tirare fuori la psicanalisi è da sempre e per sempre una condanna, per Marco Bellocchio (Rolling Stone Italia)