Ucciso e sepolto nel bosco: i resti ritrovati dopo vent’anni, ma non ci sarà un processo

Il Fatto Quotidiano INTERNO

I resti ritrovati ad aprile nei boschi di Oleggio, vicino Novara, sono di Mohamed Sow, un operaio senegalese scomparso 20 anni fa.

Lo ha reso noto la procura di Verbania dopo l’esito dei risultati delle analisi dei Laboratori di antropologia e odontologia forense dell’Università di Milano, diretto da Cristina Cattaneo.

La perizia si è basata sul confronto con le radiografie alle quali il giovane si era sottoposto in un incidente stradale un anno prima della sua scomparsa. (Il Fatto Quotidiano)

Su altre fonti

Per la sua scomparsa erano stati indagati proprio i datori di lavoro per omicidio e occultamento di cadavere dal pm Fabrizio Argentieri. Secondo quanto raccontato dai suoi resti, infatti, l’uomo sarebbe stato ucciso a colpi in testa e poi seppellito a poca distanza dalla ditta in cui lavorava. (Corriere della Sera)

E’ dove lo scorso aprile un residente, durante una passeggiata, ha scorto spuntare dal terreno un teschio (La Stampa)

Secondo gli inquirenti Rettura e Fedele avrebbero ucciso Sow e ne avrebbero fatto sparire il cadavere, che però non era stato mai ritrovato. Nel frattempo i due imprenditori hanno chiuso l'azienda nel novarese e sono tornati in Calabria (La Repubblica)

Il suo teschio è stato ritrovato a distanza di 20 anni, ma nessuno sarà accusato del suo omicidio. Il ritrovamento del teschio nei boschi. Mohamed Sow, operaio 27enne di origine senegalese, era scomparso il 16 maggio del 2001 dopo un turno di lavoro alla Pulimetal di Paruzzaro. (Novara Today)

Sono di Mohamed Sow, operaio senegalese scomparso 20 anni fa, i resti trovati ad aprile nei boschi di Oleggio (Novara). La svolta, grazie alle analisi dei Laboratori di antropologia e odontologia forense dell'Università di Milano, non consentirà di riaprire il caso. (Il Messaggero)

Secondo gli inquirenti Rettura e Fedele avrebbero ucciso Sow e ne avrebbero fatto sparire il cadavere, che però non era stato mai ritrovato. Per la scomparsa dell’operaio furono indagati i titolari della ditta Pulimetal, di proprietà di due calabresi di Taurianova, Rocco Fedele e Domenico Rettura. (Gazzetta del Sud - Edizione Calabria)