Bari, il dramma degli operai Bosch: '700 di noi sono esuberi, abbiamo paura per le nostre famiglie'

Repubblica TV ECONOMIA

Il futuro è sempre più incerto: non vediamo la luce in fondo al tunnel, ma diventa sempre più lungo e buio"

"Sono entrato quando avevo 21 anni – racconta Michele Carrevoli, 45 anni – e nel frattempo ho messo su famiglia.

È la paura che da anni covava e che ora si è materializzata in tre cifre.

Ma ora c’è una deadline: 700 esuberi nel giro di cinque anni, per effetto del cambio verso l’elettrico. (Repubblica TV)

Se ne è parlato anche su altri media

Mise: “Conseguenza della transizione ecologica”. Gli esuberi annunciati da Bosch, secondo il ministero dello Sviluppo Economico sono una conseguenza della transizione ecologica. La direzione della Bosch, multinazionale tedesca, ha deciso intanto di dichiarare ai sindacati 700 esuberi entro i prossimi cinque anni nello stabilimento di Bari, che conta 1.700 dipendenti in tutto. (Il Primato Nazionale)

La notizia è arrivata dopo un incontro tra l’azienda, i sindacati e la regione Puglia. Settecento esuberi su 1700 operai. (Il Manifesto)

Sono pagine che Giovinazzo conosce bene, tutte senza uscita, e le notizia che giungono dalla Bosch, per gli operai giovinazzesi e non solo, sono un nuovo incubo» La Bosch è la seconda fabbrica per numero di addetti in Puglia, la più grande nell’area industriale di Bari (GiovinazzoLive)

La produzione dell’azienda è tutta legata ai motori endotermici. La regione Puglia ha aperto un tavolo permanente di crisi per cercare di risolvere la vertenza. (inSella)

A differenza di Francia e Germania non esiste un piano generale sulla gestione della transizione nel mondo dell’auto, né da un punto di vista economico, né sociale. Lo spiega a Ilfattoquotidiano.it Giorgio Airaudo, segretario della Fiom Piemonte, da sempre impegnato nel settore delle quattro ruote. (Il Fatto Quotidiano)

Convocheremo le assemblee per informare i lavoratori per decidere poi le iniziative a sostegno di questa difficile vertenza”. La situazione è ben peggiore: le 700 eccedenze al 2027 considerano comunque la presenza di produzioni diesel che andranno a perdersi negli anni successi fino al completo stop nel 2035. (Borderline24 - Il giornale di Bari)