A Carbonia passa Morittu, a Olbia vince Nizzi: ma in Sardegna il vero protagonista è l'astensionismo

Tiscali Notizie INTERNO

Vince un centrodestra unito. Nizzi si riconferma sindaco di Olbia con il 52% prendendo poco più di mille voti in più dello sfidante di centrosinistra Augusto Navone che si è fermato al 47,9%.

A Carbonia vince Morittu. Certa la vittoria a Carbonia di Pietro Morittu.

"Complimenti a Settimo Nizzi per la rielezione", ha scritto prima di mezzanotte su Facebook Augusto Navone, sostenuto da 8 liste contro le 6 del sindaco

A Olbia la spunta Nizzi. (Tiscali Notizie)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Sollai ha vinto col 68,27 per cento lasciando alla prima cittadina uscente, Marta Cabriolu, appena il 17,38 per cento Il nuovo primo cittadino, in ogni caso, ha potuto misurare il proprio gradimento con la sua personale lista, ‘Pietro Morittu sindaco’ che ha chiuso al 12,87 per cento. (SardiniaPost)

La tornata elettorale delle amministrative in Sardegna, affluenza 60,9% (in calo del 5,7% rispetto alle precedenti consultazioni ma del 6,2% più alto della media nazionale), non stravolge gli equilibri e non consegna alla storia un vincitore assoluto. (LaPresse)

Nella notte sono arrivati i risultati definitivi: Nizzi ha raccolto 15.229 voti, pari al 52,08% delle preferenze. La festa dei sostenitori di Nizzi (Gallura Oggi)

Per il centrodestra sicuramente non una vittoria schiacciante, ma comunque sufficiente a evitare il ribaltone caldeggiato dall’ex premier nel suo comizio. Una cosa è certa: il risultato non sarà la somma matematica dei voti degli schieramenti, spaccati sul campo e dilaniati da enormi conflitti interni (Casteddu Online)

Dopo le elezioni a Olbia si comincia a pensare a come sarà il prossimo Consiglio Comunale. Per il centrodestra Forza Italia farà la parte del leone con 10 consiglieri che entrano in consiglio Comunale. (Gallura Oggi)

A Olbia, invece, il sindaco uscente Settimo Nizzi (centrodestra) l’ha spuntata in extremis ed è stato rieletto per il quinto mandato. Nizzi è sostenuto da Lega, Udc, Forza Italia e tre liste civiche, mentre il rivale non presentava simboli di partito (Il Fatto Quotidiano)