Covid-19: con le reinfezioni rischio di morte vicino allo zero

RaiNews SALUTE

Un’evenienza non semplice da evitare, ma che comunque quasi mai comporta rischi particolari per la salute.

Ma soprattutto, meno di una persona su diecimila ha avuto una forma grave di Covid-19 dopo la prima guarigione.

Merito soprattutto della vaccinazione che, seppur talvolta «aggirata» da Omicron, garantisce una protezione dal rischio di reinfezione quasi del 70 per cento

Il contagio è la conseguenza della capacità dell’ultima forma del coronavirus di eludere la risposta immunitaria garantita dalla vaccinazione o dall’aver già contratto l’infezione. (RaiNews)

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Questi, oltre a rappresentare un rischio nella fase acuta dell'infezione, possono nel tempo lasciare il segno sugli organi colpiti Questa l’istantanea che emerge da uno studio pubblicato sulla rivista «The Lancet Respiratory Medicine»: il primo a monitorare le condizioni di oltre mille persone a due anni e più dall’infezione. (RaiNews)

Vediamo che molti hanno disturbi anche dopo mesi“, anche “problemi della memoria, disturbi cognitivi, la maggior parte di lieve entità. Anche in Italia “stiamo raccogliendo dati e traendo deduzioni su pazienti monitorati dopo la guarigione da Covid – osserva la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano -. (Cosenza Channel)

A due anni dal ricovero i disturbi del sonno riguardavano ancora il 31% dei malati. Nonostante siano passati due anni dal loro ricovero, più della metà dei pazienti finiti in ospedale per Covid-19 riferisce di avere ancora sintomi. (leggo.it)

Il Long Covid aumenta il rischio di anomalie nella coagulazione del sangue e trombosi. APPROFONDIMENTI COVID-19 I dati Iss LO STUDIO Sintomi per oltre la metà dei pazienti LA RICERCA Virus «aumenta del 20% il rischio di impotenza» LA RICERCA Ecco come il virus fa la tana nel corpo LO STUDIO Long Covid, come riconoscerlo? (ilmessaggero.it)

Sanità – Nursing Up De Palma: «Infermieri italiani sempre più vecchi. Le Regioni che hanno il maggior numero di infermieri al di sopra dei 58 anni sono: Lombardia, Sicilia, Lazio, Campania e Emilia Romagna (Sardegna Reporter)

L’età media degli iscritti agli Ordini è 52,2 anni (era 45,6 nel 2019), quella dei dipendenti del Servizio sanitario nazionale 56,49. A tutto questo si uniscono adesso i dati allarmanti sull’età media di “una popolazione infermieristica” che almeno in Italia tende pericolosamente all’invecchiamento». (Sardegna Reporter)