Farmaco per l'Alzheimer: “Una luce all'orizzonte”

Ticinonews.ch SALUTE

La condizione posta dalla Food and Drug Administration, infatti, è che venga effettuata una Fase 4 di sperimentazione.

La forma di demenza più diffusa al mondo e che non ha una cura e nemmeno una terapia che interrompa il peggioramento del morbo.

Dati controversi. Gli studi effettuati finora, però, hanno mostrato risultati ambivalenti e le procedure di sperimentazione clinica sono state criticate da parte del mondo scientifico. (Ticinonews.ch)

Su altre testate

Dopo 20 anni approvato il primo farmaco: ecco a chi sarà somministrato. La malattia di Alzheimer è la più comune forma di demenza. Gli studi consistevano in studi di dose-range in doppio cieco, randomizzati, controllati con placebo in pazienti con malattia di Alzheimer. (InfermieristicaMente)

A questa ricerca ha contribuito in maniera determinante l'equipe del professore Giancarlo Logroscino, luminare della Neurologia e Direttore del Centro Malattie Neurodegenerative di Tricase, centro innovativo di sperimentazione e ricerca. (CoratoViva)

Si tratta del primo trattamento che interessa il decorso e non si limita ad aggredire i sintomi della demenza. Lo stesso test di adacanumab era stato considerato fallito in un primo momento, prima che un approfondimento delle analisi dimostrasse un certo beneficio sulla malattia allo stadio iniziale. (vistanet)

La terapia consisterebbe in un un’iniezione al mese per via endovenosa che contribuirebbe a rallentare il declino cognitivo di coloro che si trovano allo stadio iniziale della malattia.Ma in termini di cautela la sua approvazione sembrerebbe dividere la comunità scientifica:Come spiega all'Agenzia giornalistica italiana (Agi), direttore del Dipartimento di neuroscienze-neuroriabilitazione dell'Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Ircss) al San Raffaele di Roma, la limitazione del medicinale riguarda la possibilità di utilizzo solo nei pazienti in cui è presente la beta-amiloide, il recettore bersaglio della terapia, pertanto il 30% dei pazienti non risulterebbe adatto a ricevere il farmaco. (Calciomercato.com)

Il professore Logroscino, barese e Professore Ordinario dell’ateneo barese, è uno dei più importanti scienziati italiani e del mondo sulle malattie neurodegenerative Non parliamo di guarigione dalla malattia, ma certamente di un passo avanti nella giusta direzione. (l'Immediato)

Ad aver contribuito in maniera determinante è stata l’equipe del professore Giancarlo Logroscino, luminare della Neurologia e Direttore del Centro Malattie Neurodegenerative di Tricase, centro innovativo di sperimentazione e ricerca. (TeleRama News)