‘Bella ciao’ non va imposta per legge

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Francesco. Ghidetti. Proposta di legge di Pd, Iv e LeU: far eseguire il 25 aprile, Festa della Liberazione, Bella ciao dopo l’inno nazionale perché rappresenta i "valori fondanti" della Repubblica.

Le sue origini si perdono nella storia, ma le sue arie, già a metà Ottocento, erano note.

Certo, la simbologia è importante, ma la cultura popolare, che ama Bella ciao lo è di più

Una canzone allegra, di ritmo, anche se narra la storia di un combattente per la libertà che sta per essere ucciso. (Quotidiano.net)

Se ne è parlato anche su altri media

Lo scorso anno ci avevano provato Piero Fassino e altri del Pd ad imporre Bella ciao nelle scuole. Giorgio Bocca aveva giustamente dichiarato: «Nei venti mesi della guerra partigiana non ho mai sentito cantare Bella ciao, è stata un'invenzione del Festival di Spoleto» ben dopo la guerra. (ilGiornale.it)

Chiarissimo, graficamente, il riferimento alla serie tv Netflix di enorme successo “La casa di Carta”. La proposta di legge non è fraintendibile anche se limitata al giorno del 25 Aprile, festa della Liberazione: subito dopo l’Inno di Mameli, intonare anche Bella Ciao, riconoscendone così il “carattere istituzionale”. (ComoZero)

La canzone popolare 'Bella ciao' è da sempre associata al periodo della Resistenza e alla festa della Liberazione del 25 aprile. La Repubblica riconosce la canzone 'Bella ciao' quale espressione popolare dei valori fondanti della propria nascita e del proprio sviluppo. (Tiscali.it)

La prima apparizione è nel 1953, sulla rivista "La Lapa" di Alberto Mario Cirese, per poi essere inserita, proprio il 25 aprile del 1957, in una breve raccolta di canti partigiani pubblicati dal quotidiano "L'Unità" La storia di "Bella Ciao". (Sky Tg24 )

Ne parla con l’Adnkronos il vignettista Vauro Senesi che afferma: “Se c’è una storia di cui l’Italia può andare orgogliosa è quella della Resistenza che ha fatto nascere la Repubblica. (Cremonaoggi)

Vi prego, vi supplico e vi imploro, la mia testa sotto i vostri piedi onorevoli Fragomeli, Verini, Boldrini e Fiano, Stumpo, Anzaldi e Sarli, distogliete lo sguardo, obnubilate il pensiero e ritraete le vostre mani, manine, manone, da Bella ciao. (la Repubblica)