B&b alle Canarie, ma pagata dall'Atac: smascherata la "furbetta"

ilGiornale.it INTERNO

Si era data per malata più di un anno, continuando a intascare regolarmente lo stipendio, ma si era trasferita alla Canarie dove aveva aperto un bed & Breakfast.

La storia. Stando a quando riporta Il Messaggero, la 50enne si è trasferita alle Canarie lo scorso febbraio, in piena pandemia.

Un periodo che si è protratto per oltre dodici mesi durante i quali l'ex capostazione ha intascato regolarmente lo stipendio. (ilGiornale.it)

La notizia riportata su altri media

La donna ha pubblicato alcune foto sui social network che la ritraevano al mare e così l'azienda ha fatto scattare l'indagine interna. Risultava in malattia ma, in realtà, gestiva un bed and breakfast alle Canarie: protagonista della vicenda una dipendente Atac, capostazione, che ora rischia il licenziamento. (Sky Tg24 )

Il testo completo di questo contenuto a pagamento è disponibile agli utenti abbonati La partecipata dei trasporti del Campidoglio, dopo un anno e mezzo di referti medici (e soprattutto, dopo la scoperta dell’attività. (ilmattino.it)

Con la pandemia qui si era bloccato tutto, ancora stiamo in allerta 4 per il Covid, non ho potuto iniziare prima. Direttamente da Puerto Rico de Gran Canaria, T. G. (ilmessaggero.it)

In Italia risultava assente per malattia ma in realtà si trovava alle Canarie dove gestiva una casa vacanze. Una capostazione dell’Atac, l’azienda dei trasporti di Roma, da circa due anni inviava certificati medici asserendo di essere malata, mentre, in realtà, si trovava alle Canarie dove gestiva una casa vacanze. (ViviTenerife e ViviGranCanaria)

Ora rischia il licenziamento anche perché il doppio lavoro è naturalmente vietato per il regolamento interno dell’azienda. La dipendente, una capostazione dell’azienda di trasporto capitolina, si era di fatto trasferita alle Canarie dal 2020 dove gestiva al struttura ricettiva a Fuerteventura, ma per l’Atac era ufficialmente in malattia e dunque continuava a percepire lo stipendio. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Ma il procedimento disciplinare non è chiuso: la donna rischia di essere licenziata perché accusata di svolgere un “doppio lavoro”, proibito dal regolamento interno Ora la donna rischia il licenziamento. (Il Fatto Quotidiano)