Roma, apre un B&B alle Canarie, ma per l’Atac la capostazione è in malattia. Così si è tradita

Il Mattino INTERNO

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Via la divisa grigia della municipalizzata dei trasporti, molto meglio i panni da tenutaria di una casa vacanze con vista sull’oceano e una piscina a sfioro.

T. G., 50 anni, non ha avuto dubbi.

A febbraio 2020, un attimo prima del lockdown, ha fatto i bagagli e si è imbarcata da Roma alla volta delle isole subtropicali. (Il Mattino)

La notizia riportata su altri media

La partecipata dei trasporti del Campidoglio, dopo un anno e mezzo di referti medici (e soprattutto, dopo la scoperta dell’attività. «Qui è un paradiso, c’è il sole tutto l’anno, ma tante isole sono stupende, vogliamo parlare della Sardegna?». (ilmattino.it)

Gestiva un bed and breakfast alle Canarie, ma per l’azienda per cui avrebbe dovuto lavorare, ovvero l’Atac di Roma, era in malattia da un anno e mezzo. Ora rischia il licenziamento anche perché il doppio lavoro è naturalmente vietato per il regolamento interno dell’azienda. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

La donna però ha pubblicato alcune foto sui social network che la ritraevano al mare e così l'azienda ha fatto scattare l'indagine interna. La donna ha pubblicato alcune foto sui social network che la ritraevano al mare e così l'azienda ha fatto scattare l'indagine interna. (Sky Tg24 )

«Innanzitutto all’Atac devono dire le cose vere - ribatte la capostazione - Perché i certificati medici ci sono, non capisco cosa abbiano contestato» Direttamente da Puerto Rico de Gran Canaria, T. G. (ilmessaggero.it)

La donna, che ora è stata sospesa ma che rischia il licenziamento, è accusata di atti non conformi per i certificati medici non originali e di aver svolto un doppio lavoro, condizione vietata dal regolamento aziendale In Italia risultava assente per malattia ma in realtà si trovava alle Canarie dove gestiva una casa vacanze. (ViviTenerife e ViviGranCanaria)

Ma il procedimento disciplinare non è chiuso: la donna rischia di essere licenziata perché accusata di svolgere un “doppio lavoro”, proibito dal regolamento interno Ora la donna rischia il licenziamento. (Il Fatto Quotidiano)