Venezia 78. Un autre monde - Spettakolo.it

Ci sarebbe una via d’uscita, non vi diciamo quale e se Lindon la prende.

I manager sono chiamati a tagliare il 10% dei dipendenti.

Protagonista sempre Vincent Lindon

Più che leale lui è quasi eroico: elabora un piano per salvare i dipendenti sacrificando gli stipendi dei dirigenti.

Con questo film Stéphane Brize chiude la trilogia sul mondo del lavoro dopo La legge del mercato e In guerra.

(Spettakolo.it)

Ne parlano anche altre fonti

E questo non è che uno dei piani di Un autre monde. Brizé sbircia su queste riunioni, segue le dinamiche di un carrozzone che non può essere battuto, all’interno di un ecosistema ostile. (Cineblog)

Un conflitto che si rapprende sul volto di Vincent Lindon, interprete straordinario che rende verosimile ogni sfumatura della vita di Philippe. Le richieste sono difficili e incoerenti: come si può mantenere lo stesso livello di produttività con meno lavoratori? (ScreenWEEK - Cinema e Serie TV)

Il manager di uno stabilimento si trova a dover gestire le richieste del quartier generale di licenziare il 10% dei suoi lavoratori. Un autre monde è un film classico ma al tempo stesso originale, che riesce a trovare un angolo nuovo e interessante per fare una critica sociale antica ma, purtroppo, sempre attuale (NonSoloCinema)

Il regista Stéphane Brizé conclude la sua trilogia cinematografica sulla condizione lavorativa e sociale in Francia, in Europa, coniugando una forte carica di denuncia con un meraviglioso messaggio di speranza”. (cinematografo.it)

Però il cinema di Brizé continua a prendere le parti di chi rischia di essere licenziato e continua a lottare tutti i giorni. La valutazione del film di Sentieri Selvaggi 4.5 Il voto al film è a cura di Simone Emiliani Sending Il voto dei lettori 5 (2 voti) (Sentieri Selvaggi)

Nell’arco di questi tre film ha esplorato in modo pungente le contraddizioni tra il freddo mondo del mercato e il desiderio dei singoli di mantenere la propria umanità e la propria integrità: con Un autre monde Brizé conferma, in modo definitivo, l’eleganza e l’intelligenza del suo cinema sociale. (BadTaste.it)