Bitcoin: i miner cinesi si rifugiano negli USA

Criptovaluta.it ECONOMIA

Con diversi miner che prima operavano in Cina che ora si stanno spostando negli USA.

Proprio come vorrebbe il Bitcoin Mining Council, capitanato da Saylor e da tanti altri pezzi grossi del settore.

Ormai in quasi tutte le province della Repubblica Popolare i miner hanno dovuto spegnere i loro rig e abbandonare i loro progetti.

Libero finalmente dai ricatti di un governo autoritario, che ha sempre dimostrato di volere e potere manipolare il mercato di Bitcoin e delle criptovalute

Gli USA più che felici di ospitare i miner cinesi in fuga. (Criptovaluta.it)

La notizia riportata su altre testate

BTC.com, un'importante mining pool gestita da BIT Mining e controllata da 500.com, ha annunciato il trasferimento in Kazakistan del suo primo lotto di macchine per il mining. I data center nel Sichuan, incluso il Ganzi Changhe Data Center, hanno contribuito al 3% dei ricavi complessivi dell'azienda nel mese di maggio 2021. (Cointelegraph Italia)

Aveva iniziato il 2021 a quota 29mila dollari dopo aver quadruplicato il suo valore nel 2020. Sull'onda della stretta sulle criptovalute decisa dal governo cinese il bitcoin è sprofondato sotto quota 30mila dollari, il minimo da gennaio, annullando quasi per intero il rialzo accumulato nel 2021. (IL GIORNO)

Il volume sociale e il dominio di Bitcoin sono diminuiti ed è più probabile che si riprenda sopra $ 35000, piuttosto che scenda sotto $ 25000. Questa è esattamente la stessa zona in cui circa 570000 indirizzi hanno acquistato quasi 500000 Bitcoin, rendendolo così un importante livello psicologico per il prezzo di Bitcoin. (Criptovalute24)

Così, la polizia ha preso possesso del magazzino, ed è probabile che i responsabili dovranno assumere pesanti sanzioni finanziarie La polizia pensava di trovare un magazzino di coltivazione di marijuana, ma invece ha trovato centinaia di computer che estraevano Bitcoin (GamingPark)

- (Adnkronos) - Nonostante il blocco deciso dalle autorità di Pechino, subito implementato dalle banche cinesi e dal servizio di pagamenti elettronici Alipay, MicroStrategy avrebbe deciso un nuovo maxi-investimento in Bitcoin, acquistando criptovaluta per 500 milioni di dollari, con un 'sovrapprezzo' del 15% (pagandolo circa 37 mila dollari), intervento che però non sembra essere riuscito a rivitalizzare il settore. (Metro)

A cosa guardare. Oltre ad essere dettata dall’idea di porre fine alle speculazioni finanziarie innescate dalle criptovalute, la repressione della Cina avrebbe lo scopo di incentivare incentivare i propri cittadini a utilizzare la yuan digitale Impedendo, quindi, di accettare o utilizzare criptovalute nei pagamenti o nelle transazioni, sviluppare servizi di cambio valuta digitale e offrire tali servizi ai clienti. (Forbes Italia)