Agguato al bar Boxy, è morto il nipote del boss

Edizione Napoli INTERNO

Il 29enne, inoltre, è il nipote di Pietro Cristiano, uno dei fondatori del temibile clan 167.

C’è la prima vittima della sparatoria al bar Roxy di martedì notte ad Arzano.

E’ il nipote del boss della 167. Petrillo era cugino di Pasquale Cristiano, noto anche come «picstick», finito in manette perché, malgrado fosse ai domiciliari, aveva sfilato lungo le strade di Arzano in Ferrari a capo di un corteo di auto di lusso in occasione dei festeggiamenti per la prima comunione del figlio. (Edizione Napoli)

Se ne è parlato anche su altri media

Ieri mattina all'orario di apertura l'uomo ha avuto la. E anche se aleggia ancora un pesante cappa di terrore su tutta la città, che teme da un momento all'altro la risposta all'agguato di mercoledì sera, c'è chi tenta una svolta, stringendosi intorno ad Armando, il titolare del locale, ancora sotto choc per quanto accaduto. (Il Mattino)

Già dalle prime ore del giorno i Carabinieri della Compagnia di Casoria, insieme a quelli del Reggimento Campania e delle squadre SOS e API stanno presidiando la città di Arzano con controlli e perquisizioni. (Cronache della Campania)

Le sue condizioni erano apparse subito gravissime. È morto la scorsa notte nell'ospedale di Giugliano Salvatore Petrillo, 29 anni, pregiudicato e sorvegliato speciale: era ritenuto l'obiettivo della sparatoria avvenuta il 24 novembre sera davanti al Roxy Bar di Arzano, durante la quale sono rimaste ferite altre quattro persone, due delle quali ritenute legate a Petrillo e due avventori del tutto estranei. (Sky Tg24)

La Corte d’assise d’appello, terza sezione, a inizio gennaio, quando non ancora non era divampata l’emergenza Coronavirus, di fronte a Belgiorno, aveva ritenuto che fosse compatibile col carcere. Dopo l’agguato, il corpo di D’Andò venne letteralmente sepolto in un campo di Arzano e lì rimase per ben otto anni. (Stylo24)

La sera di mercoledì scorso, attorno alle ore 20, secondo le prime ricostruzioni, almeno due sicari giovanissimi sarebbero entrati nel bar sparando all'impazzata sulla folla. La sparatoria, secondo quanto emerso nelle prime ore, sarebbe riconducibile a frizioni tra i vari gruppi della malavita organizzata dell'area a nord di Napoli (Fanpage)

E chissà che quello che è accaduto non faccia decidere ad Armando Savorra, il proprietario, di chiudere e mollare tutto. «Perché, chi frequenterebbe un bar in cui si rischia la vita?» si chiede Savorra (Il Riformista)