Processo Eni, "prove false per 'gettare fango' sui vertici del gruppo" • Imola Oggi

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Processo Eni, il falso complotto. Il pm, interrogato a maggio a Brescia, avrebbe messo nero su bianco che sentire ancora a verbale l’ex dirigente sarebbe stato dannoso per le indagini sul ‘falso complotto Eni’, di cui era titolare assieme all’aggiunto Laura Pedio.

Agli atti dell’inchiesta bresciana ci sono le mail inviate dal pm Storari ai vertici dell’ufficio, in particolare tra gli ultimi mesi del 2020 e l’inizio del 2021

E altri messaggi ‘depurati’ per nascondere un presunto versamento di 50mila dollari a Isaac Eke, teste chiamato in aula dall’accusa. (Imola Oggi)

Ne parlano anche altre testate

Nel suo telefono Storari avrebbe trovato alcune chat create ad arte da Armanna facendo credere che il capo del personale Eni Granata e l'amministratore delegato del gruppo Descalzi, dialogassero con lui, tra il 2013 e il 2014, quando in realtà quei due numeri, secondo le verifiche del pm milanese, non erano a loro intestati. (TG La7)

Emergono nuovi dettagli sul caso Eni-Nigeria. Il procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e il pm Sergio Spadaro sono accusati di rifiuto di atti d’ufficio per non aver depositato materiale probatorio nel processo. (Open)

Armanna, ex manager licenziato dalla compagnia petrolifera italiana, è poi diventato grande accusatore e valorizzato per le sue dichiarazioni dai pm. Le critiche dei due pm, a quanto si è appreso, hanno riguardato soprattutto la “legittimità procedurale” nell’acquisizione di quelle chat nell’inchiesta sul ‘falso complotto‘ da parte di Storari. (Il Fatto Quotidiano)

La notizia è che il procuratore aggiunto di Milano Fabio De Pasquale e il pm Sergio Spadaro sono indagati dalla Procura di Brescia con l’ipotesi di rifiuto d’atti d’ufficio in relazione al processo Eni/Shell-Nigeria. (Zone D'Ombra)

L’iscrizione risalirebbe a una decina di giorni fa dopo l’interrogatorio del pm Paolo Storari, pure lui indagato a Brescia per il caso dei verbali dell’avvocato Amara e i contrasti con i vertici del suo ufficio. (L'agone)

Materiale a loro inviato ma che i due pm non avrebbero messo a disposizione delle difese e del Tribunale nel processo sul blocco Opl245 che ha visto assolti tutti gli imputati (la voce d'italia)