“Non una pagina nobile”, “Vigliacco”. Su via Rasella parte l'attacco a La Russa

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A sinistra la storia piace scriverla come dicono loro e qualunque lettura diversa rispetto ai loro canoni diventa motivo di polemica. Dopo aver criticato il premier Giorgia Meloni per aver definito "italiani", e non "antifascisti", i morti delle Fosse Ardeatine, i compagni alzano il dito anche contro Ignazio La Russa, a loro dire colpevole di "revisionismo" storico per le parole spese sull'eccidio di via Rasella. (ilGiornale.it)

La notizia riportata su altre testate

La segretaria del Pd commenta le dichiarazioni del presidente del Senato che ha definito "tutt'altro che nobile" l'episodio della Resistenza (la Repubblica)

Le parole di La Russa su via Rasella "sono semplicemente indegne per l’alta carica che ricopre e rappresentano un ennesimo, gravissimo strappo teso ad assolvere il fascismo e delegittimare la Resistenza". (Reggio TV)

E il presidente del Senato, replica, secco. Confermo, altresì, che a innescare l'odiosa rappresaglia nazista fu l'uccisione di una banda di altoatesini nazisti e sottolineo che tale azione non è stata da me definita 'ingloriosa' bensì 'tra le meno gloriose della resistenza'". (Liberoquotidiano.it)

Via Rasella è un episodio importantissimo: nell’attacco è stato attaccato un battaglione composto di persone addestrate a combattere e preparato per colpire partigiani e alleati, un atto di guerra, che rientrava negli atti della Resistenza»: Roberto Cenati, presidente dell’Anpi della provincia di Milano e presidente del Comitato permanente Antifascista, non ha mezzi termini nel condannare le parole del presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha detto che i partigiani uccisero un gruppo di musicisti pensionati. (La Stampa)

«Parole semplicemente indegne», così l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Anpi) commenta le ultime dichiarazioni del presidente del Senato Ignazio La Russa sull’attentato di via Rasella. «Per l’alta carica che ricopre rappresentano un ennesimo, gravissimo strappo teso ad assolvere il fascismo e delegittimare la Resistenza», continua l’Anpi. (Open)

La seconda carica dello Stato descrive così l’attentato dei partigiani che costò la vita a 35 persone, a cui i nazisti reagirono con l’eccidio delle Fosse Ardeatine, in cui furono uccisi 335 civili. (Il Fatto Quotidiano)