Sciascia, 30 anni dopo la morte. "È una lente d'ingrandimento per capire i problemi di oggi"

"È una lente d'ingrandimento per capire i problemi di oggi". Lo scrittore Leonardo Sciascia ci ha lasciato 30 anni fa, il 20 novembre 1989.

Un ritratto dello scrittore protagonista di tante battaglie civili in un libro del giornalista racalmutese Felice Cavallaro. Condividi

Era nato l'8 gennaio 1921 a Racalmuto.

Sciascia, 30 anni dopo la morte.

(Rai News)

La notizia riportata su altri giornali

Cultura il maestro di racalmuto Leonardo Sciascia: a trent’anni dalla sua morte rimbomba solo un grande vuoto di Rosa Guttilla 20 Novembre 2019. . Di volta in volta sono stato accusato di diffamare la Sicilia o di difenderla troppo. (ilSicilia.it)

Com’era nelle cose, visto il livello al quale era giunta la polemica, Berlinguer querelò Sciascia per diffamazione supportando la propria richiesta con la testimonianza del fedele Guttuso. Ed invece, questo avvenne, suscitando in Sciascia sgomento per il tradimento dell’amico, e disgusto per la sottesa accusa d’esser un mentitore. (ilSicilia.it)

«Non leggo mai i libri quando se ne parla troppo – rispose lo scrittore di Racalmuto – li leggo dopo». Il che, ad un certo punto, ci ha portati a una rottura di cui entrambi abbiamo sofferto». (Rivista Studio)

Un tema affrontato da Sciascia come scrittore impegnato a livello civile è quello della mafia. Pirandello, autore molto caro a Sciascia, l’aveva espresso bene in una sua novella: «Sono così tormentosamente dialettici questi nostri bravi confratelli meridionali. (Avvenire)

Cultura Sciascia contro Berlinguer e il “tradimento” di Guttuso di Pasquale Hamel 20 Novembre 2019. . Com’era nelle cose, visto il livello al quale era giunta la polemica, Berlinguer querelò Sciascia per diffamazione supportando la propria richiesta con la testimonianza del fedele Guttuso. (ilSicilia.it)

Chissà cosa avrebbe scritto Leonardo Sciascia, corrosivo com’era, sulla Repubblica del bunga bunga e sul berlusconismo, quel mix di arroganza, sfrontatezza, spregiudicata visione di sé e degli altri, insomma l’esaltazione dei vizi dell’arcitaliano. (La Sicilia)