"Sparai al G8 a Carlo Giuliani, da 20 anni vivo in una prigione infinita"

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"Vivo buttato come una cosa abbandonata". “Io sono morto da quel giorno come Giuliani.

Mario Placanica, carabiniere ausiliario prosciolto dall'accusa di omicidio, né Carlo Giuliani, ragazzo rimasto ragazzo perché il 20 luglio del 2001 morì.

Io servivo lo Stato, Giuliani manifestava.

AGI – Né chi ha sparato, né chi manifestava contro il G8 con un estintore in mano a sei metri da lui, è mai stato in carcere. (Yahoo Notizie)

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Purtroppo ne ho subite tante nella vita, ma la cosa più brutta è stato dover sparare. "Io ho chiesto scusa non come assassino ma come una persona che ha avuto un trauma in servizio", ha aggiunto Placanica (Adnkronos)

A Genova, vent’anni dopo. di Piero Ceccatelli. “Al G8 di Genova ero nella caserma Diaz assieme ad altre 92 persone, come me tutte pestate ed arrestate. (Luce)

"Inoltre trovo veramente incommentabile - conclude Berrino - il silenzio della sinistra istituzionale che non ha condannato lo striscione offendendo così la memoria di nostri connazionali, tra cui Norma Cossetto, che hanno trovato la morte per odio ideologico dei comunisti titini” “Uno striscione che è una vergogna: i centri sociali non perdono mai l’occasione di dimostrare quanto siano miserabili e beceri, Genova non merita di essere deturpata da tutto questo. (LaVoceDiGenova.it)

Una perizia ha stabilito che uno di quei due proiettili sarebbe stato ‘deviato’ da un calcinaccio trafiggendo Carlo Giuliani Il desiderio di chiedere scusa. «Io servivo lo Stato, Giuliani manifestava. (LaC news24)

Lungo il cammino, luogo per luogo, abbiamo affrontato questioni sociali e ambientali del momento, con visite guidate e incontri con singoli e associazioni". piedi sotto il sole dalla caserma di Bolzaneto, in Val Polcevera, e sino in piazza Alimonda, alla Foce, e poi alla scuola Diaz di via Cesare Battisti, ad Albaro, dove arriveranno solo a tarda serata. (Primocanale)

Al G8 di Genova tanti artisti hanno dedicato brani per ricordare ma anche per elaborare quel trauma, raccolte come Piazza Carlo Giuliani ragazzo (2001, Edizioni Ishtar) devoluto a favore di opere di solidarietà internazionale o GE2001 (2005, il manifesto dischi) per sostenere le spese legali dei manifestanti, ma anche singoli brani come Piazza Un fiorire di musica militante, in cui i diritti erano cantati, le lotte e l’antifascismo si legavano ai volti della musica indipendente, perfino il concerto del Primo Maggio sembrava un mezzo per sognare quel cambiamento. (Il Manifesto)