La ’ndrangheta investe negli alberghi in crisi

IL GIORNO INTERNO

Alfonso Pio "con minacce" avrebbe costretto i soci della Confort Hotels & Resorts a consegnare a Omar Petrocca "i certificati cartacei attestanti la titolarità delle quote della società".

Lei come si permette di chiedere i documenti, stabilisco io se devo dare i documenti o no".

Così Pio avrebbe ottenuto nel 2018 il controllo della società e del resort, facendo valere la sua "appartenenza" alla ‘ndrangheta per imporsi sulle vittime. (IL GIORNO)

La notizia riportata su altri media

Lo si legge nell'ordinanza firmata dal gip di Milano Guido Salvini, su richiesta dei pm Adriano Scudieri e Francesco Cajani, con cui è stato arrestato oggi assieme ad altri tre. Così uno dei soci della società proprietaria dell'Hotel parlava dell'impossibilità di presentarsi nell'aprile 2018 all'assemblea dei soci dopo le minacce. (La Repubblica)

È questa, in sintesi, la pesante “ombra” avanzata dal gip di Milano, che ha portato all’arresto di Alfonso Pio, 52 anni e figlio di Domenico Pio boss del clan della ‘ndrangheta di Desio (Monza) arrestato nella maxi inchiesta ‘Infinito’ del 2010. (IVG.it)

E’ quanto ha smascherato l’operazione della Dda di Milano, condotta dalla polizia postale, che ha portato all’arresto di 4 persone. Il clan Iamonte-Moscato della 'ndrangheta di Desio, ramificato fino alle coste del Ponente ligure, tentava di mettere le mani sugli hotel della zona turistica, approfittando del periodo di crisi. (Gazzetta del Sud)

i era infiltrata anche nei carabinieri (tre militari indagati) e nella polizia penitenziaria del carcere di Saluzzo (due indagati) la locale di ‘Ndrangheta di Bra, la prima nella provincia di Cuneo, stroncata dall’operazione della Dda di Torino , che ha coordinato le indagini della Squadra mobile del capoluogo e del nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Cuneo. (Corriere della Sera)

Dodici le ordinanze di custodia cautelare emesse dal tribunale di Torino per associazione di stampo mafioso e traffico di droga. L’attività investigativa è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino. (ZMedia)

Tra gli indagati a piede libero ci sono tre carabinieri e due agenti di polizia penitenziaria. L’indagine riguarda l’attività di una “locale” di ndrangheta a Bra (Cuneo) riconducibile alla famiglia Luppino, originaria di Sant’Eufemia di Aspromonte (Reggio Calabria). (http://gazzettadalba.it/)