“Non abbiamo ucciso noi l'ambasciatore italiano”

Ticinonews.ch ESTERI

Lo riferisce il sito Actualite.cd citando una dichiarazione del gruppo ribelle, che peraltro aveva già negato di aver compiuto un attacco che gli viene comunemente ascritto, quello nell’aprile scorso in cui morirono 17 persone tra cui 12 rangers del parco nazionale Virunga.

“Fate luce su responsabilità, niente accuse frettolose”. I ribelli, per contro, chiedono alle autorità congolesi e alla missione Onu Monusco “di fare completa luce sulle responsabilità di questo ignobile assassinio, invece di ricorrere ad accuse frettolose”, scrive il sito citando la dichiarazione. (Ticinonews.ch)

Su altre testate

IL RIENTRO DELLE SALME IN ITALIA - Sono fissati per domani mattina al Policlinico Gemelli di Roma le autopsie sui corpi dell'ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi ieri in Congo. (Il Giornale di Vicenza)

Il capo di Stato congolese ha deciso di inviare in Italia un “suo emissario per portare una lettera personale” a Draghi. Secondo un comunicato della presidenza congolese, sono stati i rapitori a uccidere i due italiani. (Sky Tg24 )

L’Adf è una formazione ribelle ugandese di nascita, ma ormai da anni radicata nelle zone orientali del Congo al confine con l’Uganda Alla domanda su quanti siano i membri dell’Fdlr, il portavoce non ha voluto fornire un numero. (Rivista Africa)

Cosa sappiamo dell’ agguato nella Repubblica democratica del Congo nel quale sono stati uccisi l’ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere della scorta Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milambo? Ma durante lo scontro a fuoco Attanasio viene colpito a morte. (TIMgate)

I ribelli, per contro, chiedono alle autorità congolesi e alla missione Onu Monusco «di fare completa luce sulle responsabilità di questo ignobile assassinio, invece di ricorrere ad accuse frettolose», scrive il sito citando la dichiarazione. (Corriere del Ticino)

Roma, 23 feb – Gli aggressori del convoglio su cui viaggiava il diplomatico italiano Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi ieri in Congo, “erano sei in possesso di cinque armi del tipo AK47 e di un machete”. (Il Primato Nazionale)