Coronavirus, l’infettivologo Galli dà ragione a Maria Elena Boschi, il problema sono gli italiani, non i migranti

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L’infettivologo pare concordare con l’opinione della renziana Maria Elena Boschi che ritiene che non siano i migranti a portare il virus in Italia.

L’infettivologo, più che dei casi che arrivano da fuori, è preoccupato per i casi che restano sommersi, ovvero gli asintomatici.

In un’intervista a Il Giornale ha puntualizzato: “Ci sono molti casi sommersi nel Paese, non solo quelli d’importazione.

Galli: il problema sono gli italiani, non gli immigrati. (Leggilo.org)

La notizia riportata su altri giornali

Vanno evitati gli assembramenti, pure allo stadio, e anche all'aperto in caso di contatti ravvicinati è bene non dimenticare distanze e mascherine". Lo dice Massimo Galli, professore ordinario di Malattie infettive all'università Statale di Milano e primario dell'ospedale Sacco, in un'intervista al quotidiano 'La Stampa'. (Adnkronos)

«Vanno ancora evitati gli assembramenti, pure allo stadio, e anche all’aperto in caso di contatti ravvicinati è bene non dimenticare distanze e mascherine». Va ricordato il ruolo dei superdiffusori, che sono uno su dieci dei contagiati, e generano l’80 per cento delle infezioni. (La Stampa)

L' infettivologo Galli: distanze ancora necessarie, stadi a rischio. Condividi. (Rai News)

E alla domanda se c'è un termine temporale per dire stop alla mascherina obbligatoria nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, dai treni ai negozi, Galli ha risposto: "Non è possibile dire fino a quando. (IL GIORNO)

Vanno evitati gli assembramenti, pure allo stadio, e anche all’aperto in caso di contatti ravvicinati è bene non dimenticare distanze e mascherine”. Galli è d’accordo con la linea dura del Comitato tecnico scientifico sui treni: “Capisco i turisti che viaggiano scomodi, ma se devo fare il mio mestiere dico che è meglio aspettare a togliere le distanze. (L'HuffPost)

Lo dice Massimo Galli, professore ordinario di Malattie infettive all'università Statale di Milano e primario dell'ospedale Sacco, in un'intervista al quotidiano 'La Stampà. Le vittime sono soprattutto anziani e persone con fattori predisponenti, su cui non c’è chiarezza per cui è bene per tutti continuare a usare le protezioni». (Leggo.it)