Luigi Di Maio “traditore”, il web si scaglia contro l’ex M5S: i commenti più duri dopo la scissione

Virgilio Notizie INTERNO

Luigi Di Maio lascia il Movimento 5 Stelle: “Traditore”. Tra gli hashtag in tendenza su Twitter, oltre a #DiMaio, #Giggino e #InsiemePerIlFuturo – nome del nuovo partito fondato dall’ex capo politico del Movimento 5 Stelle – spopola anche quello che lo accusa di aver tradito i pentastellati.

La rete, intanto, si sta schierando e sono tantissimi coloro che lo accusano di essere un traditore.

“Di Maio, cambiare idea è legittimo, ma cambiarle tutte contemporaneamente è da farabutti se non si lascia quantomeno la carica di ‘Onorevole’. (Virgilio Notizie)

Ne parlano anche altre fonti

Una volta resosi conto dell’intrigo internazionale scatenato dal suo coup de théâtre, Di Maio provò a metterci una pezza. Del resto, un libro di Luigi Di Maio senza qualche refuso da Oscar non sarebbe un libro di Luigi Di Maio (Rolling Stone Italia)

"Noi vogliamo costruire un campo largo contro Salvini e Meloni, cercheremo di convincere Di Maio e Conte quando sarà di stare insieme". Basti pensare che solo qualche anno fa proprio Di Maio diceva “mai con il Pd, mai con il partito di Bibbiano” (ilGiornale.it)

Oggi lascio il Movimento 5 Stelle assieme ad altri colleghi e amici. Quella di oggi è una scelta sofferta, che mai avrei immaginato di dover fare. (Repubblica TV)

Quella che è consumata è la seconda scissione per il Movimento 5 Stelle, dopo quella dello scorso anno dei “ribelli” di Alternativa che si sono tirati fuori a causa dell’appoggio dei grillini al governo Draghi. (Money.it)

Oggi alla Camera è stata formalizzata la nascita di 'Insieme per il Futuro', il nuovo Gruppo a cui ha dato vita Di Maio dopo l'addio al Movimento "I nostri principi e i nostri obiettivi non sono più validi?". (Adnkronos)

Voleva mettere in crisi il governo in un momento storico difficile e importante, una crisi contro l’Ucraina e il suo popolo che continua a soffrire e morire. Per dare un dato numerico, oggi il Movimento 5Stelle non è più il primo gruppo parlamentare (Il Fatto Quotidiano)