Tragedia in Israele, calca in un pellegrinaggio: almeno 44 morti calpestati e 165 feriti

Giornale di Sicilia ESTERI

Almeno 44 morti al pellegrinaggio in Israele nella fuga di massa innescata dal crollo delle gradinate che ospitavano i pellegrini, soprattutto ebrei ortodossi.

Un portavoce del Magen David Adom, il servizio di soccorso israeliano, ha detto che «c'erano 38 morti sulla scena, ma ce n'erano altri all’ospedale».

Ed è stato il più grande raduno pubblico dall’inizio della pandemia: secondo alcune notizie, c'erano tre volte più persone di quelle autorizzate. (Giornale di Sicilia)

Su altri giornali

Grande paura in Israele durante una manifestazione religiosa. Una festa ebraica molto sentita in Israele. I feriti in totale accertati sono stati 50 per ora. (CheNews.it)

E' di almeno 44 morti il bilancio dell’incidente avvenuto durante le celebrazioni della ricorrenza ebraica Lag B’Omer, al Monte Meron, nel nord di Israele. La polizia sottolinea il sovraffollamento dovuto alla presenza di circa 100mila persone, tra cui bambini (Corriere dell'Umbria)

Ma questo per Erdogan il pragmatico sarebbe potuto venire dopo quel che gli interessava, non prima. Pragmatico come molti politici ritenuti, a torto, ideologici, i due forni di Erdogan sarebbero quello occidentale e quello orientale. (Il Fatto Quotidiano)

Ci sono ancora diversi minori dispersi E’ stata indetta dal premier Benjamin Netanyahu, che si è recato sul luogo della tragedia: “Il disastro del monte Meron è uno dei più pesanti che abbiano colpito lo Stato di Israele – ha detto Netanyahu – Piangiamo le vittime, il nostro cuore è con le famiglie e con i feriti, auguriamo loro la piena guarigione”. (LaPresse)

"Ci uniremo tutti nel dolore delle famiglie e in preghiera per i feriti", ha aggiunto dopo aver finito la visita sul luogo del disastro. L'operazione veloce di salvataggio ha evitato un bilancio ancora più pesante" (ansa.it)

Sostieni ilfattoquotidiano.it: il tuo contributo è fondamentale. Il tuo sostegno ci aiuta a garantire la nostra indipendenza e ci permette di continuare a produrre un giornalismo online di qualità e aperto a tutti, senza paywall. (Il Fatto Quotidiano)