Morto Claes Oldenburg, lo scultore di ago, filo e nodo di piazza Cadorna a Milano

"Quando mi servono un piatto di cibo, vedo forme e a volte non so decidermi se mangiare o guardare", aveva detto una volta in un intervista

Claes Oldenburg, l'artista pop nato in Svezia naturalizzato americano, è morto oggi nella sua casa e studio di Soho a Manhattan.

Celebre per le sue sculture monumentali di oggetti quotidiani, Oldenburg aveva 93 anni e la. sua salute era declinata da quando un mese fa era caduto rompendosi il femore. (IL GIORNO)

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È morto Claes Oldenburg, l’artista che realizzò Ago Filo e Nodo in piazzale Cadorna È morto all’età di 93 anni l’artista simbolo di una delle sculture più celebri di Milano, l’ago e il filo di piazzale Cadorna. (Fanpage.it)

Ma tra i lavori più noti di Oldenburg, attivo già nella New York degli anni Cinquanta che reagiva al dominio dell’Espressionismo astratto, ci sono anche le riproduzioni di hamburgher o scarpe in plastica molle, metafora neppure tanto celata di quella società dei consumi intorno alla quale tutta la Pop Art ha ragionato, alimentandola e criticandola con la stessa passione Mollette, sedie, coni gelato, cannocchiali: sono questi alcuni dei temi delle sue sculture, spesso di arte pubblica, come nel caso del grande ago e filo di Piazzale Cadorna a Milano (Agenzia askanews)

La prima, sulla parte frontale del bidone, contiene le indicazioni per il corretto smaltimento dei rifiuti. Milano Cadorna è la stazione principale della rete di FERROVIENORD. (MI-LORENTEGGIO.COM – LE ULTIME NOTIZIE DI CRONACA, POLITICA, ANNUNCI, SPORT, FOTO E VIDEO DI MILANO E LA LOMBARDIA)

Matassa ingarbugliata, per chi fosse atterrato a piazzale Cadorna all’inizio del millennio quel gigantesco ago che puntava dritto al centro della Terra davanti alla stazione era un enigma. La città lavorava, correva e sfilava ma non era ancora la metropoli colorata e pop che sarebbe diventata nei vent’anni successivi. (Corriere della Sera)

C’è un mistero nella mia vita, di cui ancor oggi non so spiegarmi le ragioni. Mi pare insomma che la seconda moglie abbia “raddrizzato” troppo la brutalità e forza intrinseca del primo Oldenburg, che comunque resta come punto fisso della nostra storia recente (Artribune)

Fu tra i maestri della pop art. «Sono per un’arte che tragga le sue forme dalla vita e si espanda fino all'impossibile», disse del suo lavoro (Il Manifesto)