I commercianti a Brancaccio e Ciaculli pagano il pizzo, l’importante non finire nel libro mastro

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
BlogSicilia.it INTERNO

L’unico problema per i negozianti era non finire sul libro mastro.

Era il 3 febbraio del 2020 quanto il titolare di un panificio parla con Maurizio Di Fede, uno dei fermati nell’operazione della scorsa della squadra mobile.

Tanto come emerge da questa operazione in alcune zone come Brancaccio, Ciaculli, Roccella i commercianti pagano senza denunciare

Del resto il pizzo, soprattutto in un periodo di crisi anche per la mafia rappresenta un introito importante per il sostentamento delle famiglie dei carcerati. (BlogSicilia.it)

Se ne è parlato anche su altri media

“Sto male, da giorni ho la febbre, ho i linfonodi ingrossati, ma non ho ricevuto cure mediche adeguate. Un blitz del 19 aprile 2018 che ha visto coinvolti presunti mafiosi e fiancheggiatori di Cosa Nostra nel Belicino. (Livesicilia.it)

In particolare a tenere le redini era Giuseppe Greco, 63 anni, cugino di Leandro Greco il giovanissimo referente della commissione provinciale di cosa nostra, arrestato due anni fa. I rapporti coi boss d'America. (Giornale di Sicilia)

I Greco ancora al vertice del mandamento di Ciaculli. E’ rimasto invece alla storica famiglia dei Greco lo scettro sul mandamento di Ciaculli. Cosa Nostra americana. I boss del mandamento di Ciaculli, finiti oggi in cella, avevano, inoltre, costanti rapporti con cosa nostra americana. (In Terris)

La discoteca fammela fare a me, me ne porta mille, ai tempi dice che ne ha usciti 500 e invece ne deve uscire mille, fammela sbrigare a me. e Di Fede: "Me li ha portati". (PalermoToday)

Dunque, dice l’aspirante pentito, sarebbe potuto passare anch’egli con la macchina a Capaci nel momento in cui l’autostrada saltava in aria Sostiene di conoscere particolari “inediti” sulla strage di via D’Amelio. (Live Sicilia)

Proprio a quest'ultima operazione del gennaio scorso si ricollega il blitz odierno che ruota attorno alla figura di Giulio Caporrimo. Uno degli arrestati, Giuseppe Vassallo, palermitano trasferitosi a Firenze, grazie agli accordi con Giulio Caporrimo e Antonino Vitamia, commercializzava i propri siti per le scommesse on line proprio sul territorio del mandamento di Tommaso Natale, riconoscendo parte degli utili alla famiglia mafiosa (La Repubblica)