Saper smettere è sempre importante (e non vale soltanto per Domingo)

Perché tu sia, devi essere perfetto.

Quello di Placido Domingo è un dramma: all’Arena di Verona è stato contestato dai suoi stessi orchestrali come immeritevole di applausi, impreparato, poco professionale.

Non devi sbagliare una nota, una sillaba, un gesto

In alcuni teatri il pubblico che voleva entrare era così numeroso che non ci stava tutto, una parte veniva rimandata indietro.

La vita dell’attore e del cantante sta nel continuare ad essere, aiutando il pubblico a non essere. (Avvenire)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Gli orchestrali dell’Arena vogliono liberarsi della presenza molesta di Placido Domingo. Il Caffè di Gramellini vi aspetta qui, da martedì a sabato. (Corriere della Sera)

Come ha scritto Giuseppina Manin sul Corriere: “è entrato nell’anfiteatro romano da leggenda della lirica e ne è uscito come un mito infranto”. Troppo Placido La figuraccia di Placido Domingo sul palco dell’Arena di Verona ha fatto il giro del mondo. (Il Fatto Quotidiano)

Una lettera che datata 1 settembre, scritta da Domingo “a poche a poche ore dalla fine di un bellissimo Gala che ho cantato qui al Festival di Ljubljana”. Domingo chiude la sua lettera spiegando di avere “il solo desiderio di dar vita ad uno spettacolo che sia un omaggio a tutti voi ed alla vostra storia straordinaria” (Avvenire)

Da parte mia ho il solo desiderio di dar vita a uno spettacolo che sia un omaggio a tutti voi e alla vostra storia straordinaria» Domingo ricorda anche che il Galà «è nato appositamente per me, per questo vi chiedo di condividere questo rammarico con tutti i lavoratori dell’Arena». (Corriere della Sera)

Se Placido Domingo è già stato inserito nella programmazione 2023, quel galà potrebbe trasformarsi in un tributo con ospiti che raccontano momenti della sua carriera. Katia Ricciarelli e Placido Domingo. (Corriere)

A conferma di ciò, c'è stata una protesta dell'orchestra che, consapevole della mediocrità dello spettacolo appena terminato, ha rifiutato di alzarsi in piedi al consueto segno del direttore che li invitava a prendere gli applausi. (La Stampa)