Sud, Confcommercio: «Pil calato al 22% sul totale Italia dal 24% del 1995»

Corriere della Sera INTERNO

A ribadirlo è l’ultima ricerca dell’ufficio studi di Confcommercio, secondo la quale negli ultimi ventiquattro anni la quota di Pil prodotta dal Sud sul totale nazionale è diminuita, passando da oltre il 24% del 1995 al 22% del 2019.

L’economia del Mezzogiorno arranca da quasi un quarto di secolo.

Nel complesso al Sud i residenti sono calati di oltre 1,5 milioni dal 1995

A causare la riduzione della popolazione residente è in particolare il trasferimento della fascia giovanile. (Corriere della Sera)

Su altre testate

Possiamo riaprire ed assumerci l’impegno di farlo in sicurezza, tra distanziamenti e rafforzamento dei protocolli. Sentiamo però la responsabilità di dare un segnale forte e pubblico davanti all’ultimo decreto del Governo che rinvia nuovamente la riapertura dei ristoranti e dei bar ad eventuali decisioni del Consiglio dei Ministri. (ForlìToday)

Tra le cause, vi sarebbero deficit strutturali, spopolamento giovanile e turismo sottoutilizzato. Il Mezzogiorno sempre più distante da resto del Paese e dall'Europa: dal 1995 ad oggi si riduce il suo peso sul Pil nazionale. (La Stampa)

Un fenomeno, quest’ultimo, che sconta prevalentemente gli effetti della riduzione della popolazione residente, in particolare quella giovanile, che al Sud si è ridotta di oltre 1,5 milioni nel periodo considerato. (Giornale di Sicilia)

Non devono esserci né dubbi né incertezze: bisogna adottarlo subito e crederci con convinzione, anche perché sarà varato a breve dall'Europa. Insufficienti le risposte del decreto Sostegni, insostenibili le nuove chiusure che mettono a rischio la sopravvivenza delle imprese. (ilGiornale.it)

Nei giorni scorsi si è riunito il “direttivo” dei Giovani Imprenditori Confcommercio della Provincia di Asti per analizzare i riflessi che la pandemia Covid 19 ha avuto e continua , purtroppo, ad avere nei confronti della piccola e media impresa, ma anche per discutere di progetti e di iniziative future di concerto con quelle a cui sta lavorando la Confcommercio, primi fra questi quello riguardante i “Distretti del Commercio”. (ATNews)

“Servono ristori più adeguati, più inclusivi e più tempestivi”. “La delusione è che le risorse disponibili sono poche e insufficienti rispetto alla situazione vissuta da tantissime imprese”. (Il Fatto Quotidiano)