Orbán sfida l’Ue con un referendum sulla legge anti Lgbt: «Fermeremo Bruxelles come facemmo sui migranti» – Il video

Open ESTERI

Cinque anni fa c’è stato un referendum e c’è stata la volontà comune del popolo di impedire a Bruxelles di obbligarci ad accogliere i migranti.

Ora – ha detto Orbán, ricordando una vecchia disputa con l’Unione europea sulla questione migranti – Bruxelles chiede emendamenti alla legge.

Il primo ministro ungherese Viktor Orbán, con un video pubblicato su Facebook, ha annunciato che convocherà un referendum sulla legge anti-Lgbtq+, approvata lo scorso giugno dall’esecutivo ungherese. (Open)

Ne parlano anche altri media

È stato lo stesso premier magiaro a preannunciarlo, attraverso un video pubblicato in Facebook, chiedendo il sostegno degli elettori alla controversa normativa. La procedura avviata dall'UE lascia al Governo ungherese due mesi di tempo per dare una risposta (RSI.ch Informazione)

«Ora Bruxelles chiede emendamenti alla legge sull'istruzione e alla legge sulla protezione dei minori. Li abbiamo fermati allora, possiamo fermarli ora» ha aggiunto il presidente ungherese (La Sentinella del Canavese)

Ed è proprio da qui che parte il racconto di Forgách, dalle diverse ere ideologiche stratificate nella storia ungherese fino all’Ungheria di Orbán, il tema della nostra intervista. La centralizzazione, dice Forgách, è una costante della storia ungherese. (L'Espresso)

Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha infatti affermato che non vuole più stare a subire pressioni esterne sulle decisioni prese all’interno del suo Paese, e ha spiegato che indirà un referendum. (La Luce di Maria)

iktor Orbán sfida ancora l'Unione europea: il premier ungherese ha annunciato che organizzerà in tempi veloci un referendum sul sostegno popolare a quella che egli e il suo governo definiscono "legge per la protezione dei minori" e che la Ue ha condannato come inaccettabile complesso di misure discriminatorie e repressive contro la comunità Lgbtq+ (la Repubblica)

Orban sta cercando di mettere a tacere la comunità LGBTIQ perché il movimento per l’uguaglianza costituisce la più grande minaccia al suo governo autoritario. Viktoria Radvanyi, organizzatrice del Budapest Pride: “Sarebbe un onore accogliere il presidente Von Der Leyen e il commissario Dalli alla nostra Budapest Pride March. (Gay.it)