Reggio, investono il boss di 'ndrangheta Benestare per ucciderlo: arrestate 2 persone

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Quando Benestare stava percorrendo la via Croce Cimitero (strada isolata e priva di marciapiede), gli indagati, a bordo del Fiat Doblò, hanno accelerato ed investito dolosamente la vittima.

La ricostruzione fatta dagli investigatori ha accertato che l’investimento doloso Benestare è stato il risultato di un piano preordinato e programmato nel tempo, finalizzato ad attentare alla vita del Benestare

Nelle immediate vicinanze sono state rinvenute le targhe (anteriore e posteriore) del Fiat Doblò che, sebbene annerite, erano comunque visibili. (LaC news24)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Quello che, in apparenza, sembrava un semplice incidente stradale, si è, invece, rivelato un tentato omicidio, programmato da tempo. Nelle immediate vicinanze sono state rinvenute le targhe (anteriore e posteriore) del Fiat Doblò che, sebbene annerite, erano comunque visibili. (LaC news24)

“Dispiace che a pagare le conseguenze della cattiva gestione del Comune siano sempre i meno responsabili, vale a dire cittadini e dipendenti I lavoratori lamentano il ritardo delle ultime 2 mensilità, a cui si aggiunge la quattordicesima”. (Stretto web)

Quello che, in apparenza, sembrava un semplice incidente stradale, si è, invece, rivelato un tentato omicidio, programmato da tempo. Quando Benestare stava percorrendo via Croce Cimitero (strada isolata e priva di marciapiede), gli indagati, a bordo del Fiat Doblò, hanno accelerato e investito dolosamente la vittima. (Gazzetta del Sud - Edizione Reggio Calabria)

Quello che, in apparenza, sembrava un semplice incidente stradale, si è, invece, rivelato un tentato omicidio, programmato da tempo. Il Fiat Doblò era stato abbandonato nel greto dello Scaccioti, un soggetto, a bordo di un ciclomotore con targa coperta da un panno di colore giallo, si era recato sul posto, per darlo alle fiamme (Corriere della Calabria)

- dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di 2 reggini, Emilio Molinetti e Marco Geria, entrambi trentunenni, ritenuti entrambi responsabili di tentato omicidio, ricettazione e danneggiamento a mezzo incendio, tutti aggravati dalla circostanza dell’agevolazione mafiosa. (Il Lametino)

REGGIO CALABRIA – Alle prime luci di questa mattina, al termine dell’operazionè “Full speed” della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, la Squadra Mobile ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere emessa il 15 luglio scorso su richiesta della Dda dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di due 31enni reggini, Emilio Molinetti e Marco Geria, rispettivamente figlio e uomo di fiducia di Gino Molinetti, arrestato nell’operazione “Malefix”. (Quotidiano del Sud)