Il carcere minorile serve, ma va cambiato

Il carcere minorile serve, ma va cambiato
ilGiornale.it INTERNO

Gentile Direttore Feltri, so che lei è molto sensibile alle tematiche che riguardano il sistema penitenziario e la vita dei detenuti all'interno delle nostre carceri. Sul 41 bis si è già espresso ampiamente e a noi lettori è chiaro che lo condanna. Insomma, è noto che, a suo avviso, il carcere di massima sicurezza è un regime da abolire in quanto illegittimo e contrario alla costituzione. Ma cosa ci dice del sistema carcerario minorile alla luce degli ultimi fatti di cronaca che hanno coinvolto diversi agenti della polizia penitenziaria accusati di torturare carcerati minorenni? Vincenzina De Rossi Cara Vincenzina, non mi stancherò mai di ripetere che le mele marce esistono in ogni ambito e all'interno di ogni categoria. (ilGiornale.it)

Se ne è parlato anche su altri media

È lo scenario inquietante che viene a galla non solo dagli atti della Procura di Milano, nell'inchiesta che ha portato in carcere 13 agenti della Penitenziaria e alla sospensione di otto colleghi, ma dalle stesse parole degli arrestati nei primi interrogatori. (L'Unione Sarda.it)

Nella brutalità delle vicende del Beccaria si legge un doppio abbandono, quello dei ragazzi detenuti e quello dei loro carcerieri. Lo spiega bene don Gino Rigoldi, che in quel carcere è una presenza abituale. (la Repubblica)

«Dai, dobbiamo vedere, comunque, il fatto stesso che questo direttore, “sì, vado a prendere i video”, vabbé ci sta. Il nuovo corso al carcere minorile Beccaria di Milano, con l’arrivo di Claudio Ferrari a dicembre 2023, primo direttore a tempo pieno dopo un ventennio di reggenti, non era andato giù a tutti. (Corriere Milano)

«Voglio solo far l'amore con te»: il tentato stupro dell'agente al detenuto nel carcere Beccaria di Milano

«Oggi tutti i colleghi hanno mandato malattia nel pomeriggio, vogliono mandarla a oltranza … È una protesta verso il comandante nuovo e il direttore». A raccontarlo al segretario nazionale del Sappe Francesco Pennisi (non indagato) al telefono è uno degli agenti della Penitenziaria. (La Stampa)

“…lo colpiva con più cinghiate anche nelle parti genitali fino a provocarne il sanguinamento (…) lo lasciavano completamente nudo dentro la stanza per un’ora, senza nessun indumento o coperta; (…) lo svegliavano per spostarlo dalla sua cella e lo colpivano nuovamente in faccia con schiaffi e pugni, insultandolo con termini quali ‘sei un bastardo, sei un arabo zingaro, noi siamo napoletani, voi siete arabi di merda’”. (Il Fatto Quotidiano)

L’episodio fa parte di quelli che hanno fatto finire in arresto 13 agenti di polizia penitenziaria con le accuse di tortura, maltrattamenti e falso. Nell’ordinanza del Giudice delle Indagini Preliminari Stefania Donadeo a pagina 58 parte il racconto del ragazzo. (Open)