Carola Rackete un anno dopo il caso Sea Watch: “Ue sfrutta Covid per calpestare i diritti umani”

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Annegano perché l'Europa nega loro l'accesso a rotte sicure e non lascia altro che rischiare la vita in mare.

Un anno fa il caso Sea Watch. La capitana della Sea Watch 3 racconta anche quanto avvenne un anno fa, con il salvataggio dei migranti in mare e le due settimane nel Mediterraneo prima di approdare a Lampedusa, con le persone a bordo allo stremo.

E nessuno sarebbe entrato in una simile barca, a meno che non fosse più sicuro della costa”. (Fanpage.it)

Se ne è parlato anche su altri media

L'eroina delle Ong estremiste non ha dubbi: «Il razzismo strutturale è un problema tanto nell'Ue quanto negli Stati Uniti. E lancia il grido di battaglia: «Come cittadini europei, dobbiamo interrompere questa politica! (ilGiornale.it)

Intanto si aggrava di giorno in giorno la conta dei morti per i tanti naufragi: «Perché l’Ue vuole che affoghino – dice Rackete – per spaventare chi intende intraprendere gli attraversamenti». (Open)

All'attracco in porto Rackete venne arrestata. Da allora si sa poco di ulteriori casi simili, perché gli occhi civili in mare sono indesiderati". (Liberoquotidiano.it)

In una intervista all’agenzia tedesca Dpa, la Rackete parla dei “diritti negati dei migranti” ma anche del Black lives matter. “L’intero concetto di questa agenzia è di applicare la politica di confine razzista degli stati europei. (Il Primato Nazionale)

''Un anno fa, sono entrata nel porto di Lampedusa senza autorizzazione, dopo che il mio equipaggio e io abbiamo salvato 53 persone dal naufragio e dopo che tutta l'Europa ci ha abbandonato per più di due settimane. (Adnkronos)

Durante la notte gli sbarchi non si sono fermati: un nuovo gruppo di 13 persone è stato avvistato in mattinata. Oggi all'alba la Mare Jonio ha salvato 43 persone, tra cui donne e minori, a circa 40 miglia a Nord di Zuara. (la Repubblica)