L’embargo del petrolio russo mette in crisi le raffinerie

Wall Street Italia ESTERI

A partire da oggi, lunedì 5 dicembre, non solo entrerà in vigore l’embargo alle importazioni di petrolio (via mare) nell’Ue, che ammontano a circa il 94% del greggio sinora acquistato. Inoltre – qui la novità degli ultimi giorni- il Consiglio Ue ha formalmente dato il via libera al tetto al prezzo del petrolio russo, accordo nato nell’ambito del G7, e che fissa, a livello mondiale, il tetto a 60 dollari al barile. (Wall Street Italia)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Mosca ha risposto minacciando di non vendere più un goccio del suo Urals all’Europa. L’embargo contro il petrolio russo è entrato in vigore dalla giornata di ieri nell’Unione Europea. (InvestireOggi.it)

Il governo russo e le compagnie nazionali stanno. (Teleborsa)

C'è attesa per capire se il tetto di 60 dollari al barile del petrolio russo (10% della produzione mondiale) deciso dall'Ue e dal G7, con inizio il 5 dicembre e quello relativo ai prodotti raffinati previsto il 5 febbraio prossimo, avranno un impatto inflazionistico per i sanzionatori oppure no. (Italia Oggi)

Sono tutti da vedere gli effetti dell’embargo europeo all’acquisto di petrolio russo via mare e il tetto al prezzo del greggio di Mosca. (Sky Tg24 )

C’era da aspettarsi una mossa della Russia dopo la decisione del G7 di stabilire un prezzo fisso al barile di petrolio russo. Una scelta che limita i rincari che si sono verificati in questi mesi, e che non è stata ben digerita da Mosca. (La Legge per Tutti)

Scattano da oggi embargo al petrolio russo e price cap a 60 dollari al barile. L'embargo in teoria potrebbe far salire i prezzi ma oggi, dopo un avvio in crescita, le quotazioni sono tornate leggermente indietro. (ilmessaggero.it)