Omicidio in spiaggia: chi ha voluto e perché la morte di Shehaj Selavdi

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Il movente. Chiuso il cerchio, le indagini hanno permesso anche di ipotizzare che il movente dell'omicidio di Shelaj Selavdi fosse riconducibile ad una vendetta a seguito dell'agguato consumato il 14 novembre del 2019 nei confronti di Leandro Bennato, molto vicino a Giuseppe Molisso.

L’omicidio. L’omicidio, come detto, è stato compiuto nei pressi del chiosco "Bora Bora" sul lungomare Sirene di Torvajanica il 20 settembre di due anni fa; era una normale domenica e quel giorno il lido era affollato di bagnanti. (LatinaToday)

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"Il metodo di esecuzione del fatto - spiega il giudice -, in un luogo pubblico, una domenica di settembre in spiaggia, il colpo sparato al collo, il contesto di vita condotto dalla vittima, che lasciava Da quel giorno fino al 25 novembre, "si registravano plurimi tentativi di attentare all'incolumità di Fabrizio Fabietti, braccio destro di Piscitelli e di alcuni componenti della banda di Diabolik, di origine albanese". (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Narcotrafficanti in guerra: le indagini dei carabinieri di via in Selci coordinati dalla Dda. L’omicidio dell’albanese Selavdi Shehaj detto «Simone», a Torvaianica, nel 2020, fu la ritorsione per l’agguato a un amico di Michele Senese «o’ pazz’», il tentato omicidio di Leandro Bennato vicino a Giuseppe Molisso. (Corriere TV)

Sotto la sua ala protettrice era cresciuto Diabolik; costola del clan era anche il raggruppamento di Molisso sempre più presente a Tor Bella Monaca, una “piazza” in cui operava anche Fabrizio Fabietti, sodale e braccio destro del Diablo. (ilmessaggero.it)

Dall’inchiesta emerge un Molisso estremamente pericoloso «come evidenziato dai tre collaboratori di giustizia Diego Refrigeri, Andrea Ronelli e Simone Pinto». A scambiarsi messaggi sono il presunto killer argentino di quest’ultimo, Raul Esteban Calderon e Guido Cianfrocca suo possibile complice. (Corriere Roma)

Il movente dell’omicidio di Shelaj potrebbe essere riconducibile a un’azione di carattere vendicativo a seguito dell’agguato consumato il 14 novembre 2019 nei confronti di Leandro Bennato, molto vicino a Molisso Al pregiudicato di origini napoletane era stato notificato il provvedimento restrittivo insieme a Calderon, indiziato anche di essere l’esecutore di questo agguato. (ilmessaggero.it)

L’inchiesta, coordinata dalla Dda, ha ripercorso il sottile filo che lega molti omicidi avvenuti in un arco temporale ravvicinato. La vittima dell’agguato, oltre ad essere inserita nel narcotraffico romano di un certo spessore, è anche il nipote di Walter Domizi, detto il “Gattino”, considerato il boss di Casalotti, dedito oltre che al business del traffico di cocaina, anche al racket e alle estorsioni. (leggo.it)