La SIAE subisce un attacco ransomware e 60gb di dati finiscono sul darkweb

Tom's Hardware Italia ECONOMIA

L’attacco è stato un ransomware e ha provocato un data breach, che ha comportato la pubblicazione di dati sensibili degli iscritti sul darkweb.

Non è chiaro se i dati pubblicati sul darkweb siano un esempio per dimostrare l’autenticità dell’attacco.

Al momento la sta ancora effettuando le verifiche per quantificare l’entità del danno, ma secondo l’inviato AGI Arcangelo Ròciola, si tratta di almeno 60 GB di dati sensibili trafugati. (Tom's Hardware Italia)

Ne parlano anche altre testate

Scoperto per la prima volta alla fine di luglio, il ransomware chiamato BlackMatter, ha preso di mira molte aziende statunitense colpendo diverse infrastrutture tra cui due organizzazioni del settore alimentare e agricolo. (Sicurezza.net)

Il report mostra i brand che sono stati imitati maggiormente dai criminali nei loro tentativi di rubare le informazioni personali o le credenziali di pagamento durante i mesi di luglio, agosto e settembre. (hackerjournal.it)

Si chiama Ransomware ed è uno dei malware più pericolosi in circolazione che ha attaccato anche il sito della Regione Lazio (compromettendo alcuni servizi) e quello della SIAE. Scorriamo la schermata che si apre fino a trovare protezione ransomware e selezioniamola per aprire le opzioni (News Mondo)

Secondo l'FBI, nello stesso periodo c’è stato un aumento del 62% degli attacchi ransomware negli Stati Uniti che ha seguito un aumento del 20% per l’intero 2020. Loading. «Il numero di attacchi ransomware potrebbe di molto aumentare prima che la situazione migliori. (Il Sole 24 ORE)

Questo vuol dire che i dati sottratti con l’attacco ransomware della scorsa estate sono disponibili online. In questo rapporto l’azienda parla dell’attacco ransomware subìto lo scorso agosto. (Sicurezza.net)

Non ci sono pertanto certezze che i dati, ad oggi, possano effettivamente finire nel dark web come qualcuno ha scritto, per quanto è sempre possibile che ci finiscano nel prossimo futuro. Poteva andare peggio (e non è detto che non succeda, purtroppo): quei dati sarebbero potuti finire in qualche forum di hacker come dump per la rivendita (una sorta di gigantesco file Excel con tutti i contenuti all’interno). (Trovalost.it)