Dossier, vecchi post e la minaccia di abbandonare il palco: al confronto scintille tra Lo Russo e Damilano

TorinoToday INTERNO

Dossier, post antichi di cinque anni e anche la minaccia di abbandonare il palco prima della conclusiva stretta di mano.

Un attacco duro quello di Paolo Damilano che però viene parato da Stefano Lo Russo con un colpo di scena: il candidato del centrosinistra rispolvera un post su facebook di Damilano nel quale definiva Piero Fassino una persona di grande professionalità, lealtà e umanità.

Paolo Damilano, che da pochi giorni a questa parte ha cambiato registro e guarda all'elettorato della destra torinese, si porta sul palco un dossier. (TorinoToday)

Se ne è parlato anche su altre testate

Di la c’è il passato contro il futuro, contro persone che sanno come usare il denaro» «Se sarò sindaco io, via libera al sequestro delle roulotte dopo 48 ore dalla diffida». (Corriere della Sera)

Nel dibattito tra Paolo Damilano (centrodestra) e Stefano Lo Russo (centrosinistra) , si è parlato di temi di carattere nazionale - come le manifestazioni (e le violenze) dei No Green Pass a Roma e l'obbligo del certificato verde sul luogo di lavoro - nonché di questioni più locali, come l'inquinamento atmosferico, il settore dell'auto, la movida, il turismo alpino, i grandi eventi. (Sky Tg24 )

Due visioni diverse che hanno però un obiettivo in comune: consolidare il rapporto tra il club granata e la città di Torino. I due candidati sindaco di Torino Lo Russo e Damilano a confronto: si è parlato anche del futuro degli impianti del Toro, dallo stadio al Filadelfia. (Toro.it)

Damilano: «Torino non può andare in crisi ogni volta che chiude un’azienda Casa agli studenti. Torino città universitaria come asset strategico condiviso. (La Stampa)

«Io non offendo — ribatte Damilano —, a me fa paura che dietro di te non ci sia la capacità di creare benessere» «Come farai a dare il patrocinio al Pride con sette consiglieri di FdI?», lo provoca Lo Russo. (Corriere della Sera)

Quindi presa di posizione decisa, subito, senza se e senza ma contro ogni forma di violenza, questo va detto. Quello che però mi spiace è che non vorrei che tutti questi episodi, che certamente vanno condannati, in qualche modo possano distogliere l’attenzione da quelle che saranno le elezioni più importanti dal dopoguerra ad oggi. (Il Fatto Quotidiano)