Netanyahu avanti, ma gli serve la destra radicale

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Per formare un solido governo Netanyahu avrà bisogno sia dell'appoggio degli ultra-nazionalisti e ultra-ortodossi, che del partito di estrema destra guidato da Naftali Bennett.

L'attuale ministro può diventare quindi l'ago della bilancia della politica israeliana

n Israele sono stati scrutinati circa 8 voti su 10 delle elezioni legislative che hanno avuto ieri (le quarte in due anni).

Nemmeno la vasta coalizione che lo avversa, composta da partiti di sinistra, centro e destra, riuscirebbe a formare un governo. (Ticinonline)

Su altre testate

Israele rischia la quinta elezione? Le quarte elezioni in due anni in Israele non hanno portato, ancora una volta, a un risultato in grado di dare un Governo con una maggioranza stabile al Paese. (Money.it)

Secondo Netanyahu, “una chiara maggioranza” degli eletti alla Knesset condivide la “sua politica” e per questo intende spendere le prossime settimane “parlando con tutti i deputati” che possono aiutarlo a costruire un governo stabile. (OggiNotizie)

Se la distinzione parlamentare fosse solo fra centro-destra e centro-sinistra, Netanyahu godrebbe di una solida maggioranza. Alla sua ottava vittoria, sette delle quali consecutive a partire dal 2009, Bibi Netanyahu avrebbe il diritto di rivendicare quella carica regale. (ISPIonline)

Intanto l'autorità egiziana che gestisce il Canale ha confermato la "sospensione temporanea della navigazione" fino a quando la Ever Given non verrà liberata. Intervistato in un talk show, Berdowski ha paragonato la Ever Given a "una balena molto pesante arenata sulla spiaggia". (Yahoo Notizie)

Sarà completato solo questa sera e includerà anche i 450mila voti espressi nei seggi speciali da militari, detenuti, malati di Covid e persone in quarantena. Dopo aver corso veloce da mercoledì sera fino a ieri mattina, lo scrutinio in Israele si è fermato all’89%. (Il Manifesto)

Dall’annuncio trionfale della «grandissima vittoria» all’ultimatum «o con me o le quinte elezioni anticipate». DALL’INVIATO A BEIRUT. (La Stampa)