Giornalista Al-Jazeera uccisa, chi è

Adnkronos INTERNO

Dopo la laurea, tornò nei Territori palestinesi e iniziò a lavorare per alcuni media locali, tra cui Radio Voce della Palestina e la tv satellitare Aman.

Abu Aqleh era nata a Gerusalemme 51 anni fa.

Nata a Gerusalemme 51 anni fa, era la 'voce' dei palestinesi dal 1997 a Al Jazeera. Una lunga carriera in Al-Jazeera, la più famosa emittente satellitare in lingua araba, e da sempre 'voce' dei palestinesi, di cui da tempo raccontava le vicende più significative. (Adnkronos)

La notizia riportata su altri media

Nell'interrogazione, presentata dal senatore Casini e firmata anche da De Petris, Alfieri, Castellone, Ruotolo, Errani, Quagliariello, Laforgia, Craxi (appena eletta presidente della commissione Esteri), viene chiesto a Di Maio se non abbia in programma di spingere per la creazione di una Commissione internazionale di inchiesta indipendente sulla vicenda. (Fanpage.it)

Non ci sarà una indagine criminale. Eppure l'esercito ha accertato che un suo militare ha aperto il fuoco contro un palestinese dall'interno di un veicolo blindato colpendo con ogni probabilità anche la giornalista di Al Jazeera (Il Manifesto)

Ma c’è un problema: per confermare il tutto c’è bisogno del proiettile, che le autorità palestinesi non sono al momento disposte a condividere. Per i palestinesi il colpevole dell’omicidio della giornalista è un soldato israeliano, ma anche loro non possono identificarlo da soli (Open)

Dall’1 maggio lei è relatrice speciale per le Nazioni Unite sui diritti umani nei Territori palestinesi occupati La sua uccisione costituisce una grave violazione del diritto internazionale umanitario e potenzialmente un crimine di guerra ai sensi dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale. (left)

L'Autorità Palestinese ha accusato Israele di aver ucciso Abu Akleh e una condanna unanime per la morte della donna e la politica israeliana in Cisgiordania è arrivata dalla comunità internazionale. A cura di Antonio Palma. (Fanpage.it)

A dirlo è stato l’incaricato di affari della Delegazione apostolica in Terra Santa, padre Thomas Grysa, durante una conferenza stampa a Gerusalemme. Un diritto, ha spiegato, “incluso nell’accordo fondamentale tra Israele e Santa Sede. (Il Fatto Quotidiano)