Medicina apre le porte a tutti: una decisione controversa

Il dibattito sulla decisione di abolire il test di ammissione per l'accesso alla facoltà di Medicina in Italia è acceso. Mentre alcuni sostengono che ciò porterà a un aumento del numero di medici, altri temono che ciò possa portare a un eccesso di laureati senza lavoro.

Le ragioni del sì

Paolo Fantappiè, segretario generale della Uil Toscana, sostiene da tempo l'abolizione del test a numero chiuso per l'accesso a Medicina. Secondo lui, ciò è necessario per far fronte alla carenza di medici. L'Asl Toscana Centro ha recentemente approvato un incentivo di 5mila euro in più all'anno per i medici dei reparti di pronto soccorso, una mossa che Fantappiè considera insufficiente.

Le ragioni del no

D'altra parte, Giammaria Liuzzi, responsabile nazionale Anaao Giovani, è fortemente contrario all'abolizione del test di ammissione. Secondo lui, permettere a tutti di accedere alla facoltà di Medicina sarebbe un disastro. Liuzzi sostiene che se il test d'ingresso è iniquo, dovrebbe essere riformato, ma non abolito.

Le preoccupazioni organizzative

Il professor Gian Vincenzo Zuccotti, direttore del dipartimento di Pediatria dell’Ospedale Buzzi e prorettore ai rapporti con le Istituzioni Sanitarie dell’Università Statale di Milano, esprime preoccupazione per gli aspetti organizzativi del nuovo sistema di ingresso a medicina senza test d’accesso. Secondo lui, le università non hanno spazi sufficienti per accogliere un numero maggiore di studenti. Inoltre, teme che molti laureati in medicina potrebbero non trovare lavoro.

La decisione di abolire il test di ammissione a Medicina è una questione complessa che richiede un attento esame delle possibili conseguenze. Mentre alcuni vedono questa mossa come un passo avanti verso l'apertura dell'accesso all'istruzione, altri temono che possa portare a un eccesso di laureati senza prospettive di lavoro. Solo il tempo dirà quale sarà l'impatto di questa decisione.

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