Preoccupazione per l'aumento dell'inflazione a marzo

L'aumento dell'inflazione a marzo ha suscitato preoccupazione tra i consumatori, che hanno nuovamente lanciato l'allarme sul carovita. Le associazioni datoriali hanno commentato in modo più pacato, sottolineando che si tratta di un dato condizionato dalla base di confronto, un periodo fortemente caratterizzato dal calo repentino dei prezzi dell'energia.

Dettagli sull'aumento dei prezzi

I listini al dettaglio sono aumentati in media del +1,3% su anno. Questo dimostra che, al netto degli effetti dei beni energetici sul tasso di inflazione, i prezzi di tutti gli altri beni e servizi continuano ad aumentare senza sosta, seppur con ritmi diversi a seconda dei comparti. Questo avviene nonostante negli ultimi due anni i listini siano saliti complessivamente del 13,8%, e in assenza di elementi che giustifichino i nuovi rincari.

Dati Istat sull'inflazione

Secondo le stime preliminari dell'Istat, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,1% su base mensile e dell'1,3% su base annua (da +0,8% del mese precedente). Mentre l'«inflazione di fondo», al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +2,3% a +2,4%, e quella al netto dei soli beni energetici decelera da +2,6% a +2,5%.

Riflessioni finali

La risalita dell'inflazione a marzo preoccupa i consumatori che tornano a lanciare l'allarme sul carovita. Le associazioni datoriali, tuttavia, hanno sottolineato che si tratta di un dato condizionato dalla base di confronto, un periodo fortemente caratterizzato dal calo repentino dei prezzi dell'energia. Nonostante ciò, i prezzi continuano ad aumentare, alimentando le preoccupazioni dei consumatori.

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