Esplosione nella centrale idroelettrica di Suviana: sette morti e quattro feriti

L'ultimo operaio disperso nella centrale idroelettrica di Suviana è stato recuperato, segnando l'inizio della seconda fase dell'intervento. Ora, si stanno effettuando tutti gli accertamenti per capire cosa sia realmente successo nel pomeriggio di martedì 9 aprile nei piani -8 e -9 dell'impianto di Bargi.

Analisi dell'incidente

Nel frattempo, sono in corso tutte le analisi per verificare quale possa essere stato l'impatto dell'incidente sulle acque del bacino. Giuseppe Bortone, direttore di Arpae Emilia Romagna, ha spiegato in un punto stampa organizzato questa mattina che è stata condotta una verifica su quanto poteva essere andato in aria. Non ci sono presenze di fibre, così come non ci sono presenze di fibre di amianto nelle macerie che sono state campionate.

Risultati dell'autopsia

Sono state eseguite, come da incarico conferito dal procuratore capo di Bologna Giuseppe Amato, le prime tre ispezioni esterne e gli esami post mortem, anche con tac, sulle salme dei primi tre operai estratti senza vita dalla centrale idroelettrica di Bargi. I rilievi indicano che la causa della loro morte può essere ricondotta all'esplosione sommersa nell'impianto. Per questo motivo, il procuratore non ha ritenuto di disporre le autopsie.

Le vittime

Le vittime dell'esplosione alla centrale di Bargi, nel Bolognese, avevano origini ed età diverse. Il più giovane aveva 36 anni, era padre da appena tre mesi e veniva dalla provincia di Messina, mentre il più anziano aveva 73 anni ed era impegnato come consulente per la sua esperienza in impiantistica. Tra le vittime c'erano lavoratori di ditte esterne e chi era stato insignito con la stella al merito per il lavoro dal presidente della Repubblica.

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