Poi le avevano minacciate, prospettando di rivalersi sulle rispettive famiglie se si fossero rifiutate di prostituirsi e abusando sessualmente di loro. Non solo le quattro giovani ritrovate e liberate nell'appartamento cremonese ma anche altre tre ventenni tra San Giuliano Milanese (Milano), Sant'Angelo Lodigiano (Lodi) e Pieve Porto Morone (Pavia). Secondo quanto è stato ricostruito, i tre avevano convinto diverse ragazze a venire in Italia, probabilmente promettendo un posto di lavoro.
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Cremona, 24 novembre 2021 - Giovani ragazze romene scomparse e finite a prostituirsi in hotel o appartamenti. Tutte obbligate a prostituirsi e di fatto impossibilitate a comunicare con i loro parenti. La giovane è stata ritrovata in un appartamento di Cremona insieme ad altre tre connazionali. In un altro appartamento sempre a Cremona i carabinieri hanno trovato altre tre ragazze romene, ventenni, residenti a Pieve Porto Morone nel Pavese, San Giuliano Milanese e Sant’Angelo Lodigiano.
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Unico indizio, un messaggio che la giovane aveva inviato ad una parente residente in Inghilterra. Tutte e quattro le giovani donne salvate risultavano provate ma in buone condizioni di salute. Successive indagini sul gruppo criminale hanno portato gli investigatori, lo scorso aprile, a individuare un secondo appartamento sospetto. L’irruzione ha portato a liberare altre tre ragazze “schiave del sesso”, tutte 20enni, residenti rispettivamente a Pieve Porto Morone (Pavia), San…
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Le indagini hanno accertato che le giovani vittime sono state fatte prostituire nelle province di Cremona, Brescia, Verona, Piacenza, Pavia, Parma e Lodi Infine le avevano costrette a rinchiudersi nell’appartamento cremonese dove erano state indotte, sotto minaccia, alla prostituzione. Preoccupato da questa lunga assenza di comunicazioni con la figlia, l’uomo aveva allertato un parente residente nel veronese.
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Per non farsi smascherare dalle forze dell’ordine, gli sfruttatori cambiavano ogni giorno le utenze telefoniche che pubblicavano negli annunci sul web. Le quattro ragazze, profondamente provate, ma comunque in buone condizioni di salute, sono state messe in salvo dai carabinieri. Le vittime hanno raccontato di essere arrivate in Italia, perché convinte dai tre connazionali con la falsa promessa di una vita migliore.
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