Acerbi e Juan Jesus, un caso di razzismo nel calcio italiano

Francesco Acerbi, difensore della Lazio, e Juan Jesus, difensore della Roma, sono recentemente diventati protagonisti di un caso di razzismo che ha scosso il mondo del calcio italiano. Marc André Zoro, ex calciatore ivoriano e attuale presidente dell’Assocalciatori in Costa d’Avorio, ha deciso di rompere il silenzio e commentare la vicenda.

Zoro interviene sulla questione

Zoro, noto per la sua lotta contro il razzismo nel calcio, è stato il primo calciatore ad aver fermato una partita nel 2005 (Messina-Inter) a causa di episodi di intolleranza razziale. In una recente intervista rilasciata al Mattino, Zoro ha espresso la sua opinione sul caso Acerbi-Jesus.

Le parole di Zoro

Secondo Zoro, Juan Jesus è un "uomo vero". L'ex calciatore ha inoltre sottolineato la necessità di pene severe per combattere il razzismo nel calcio, proponendo la squalifica del campo per sei mesi e l'obbligo per la squadra di giocare altrove. Solo così, secondo Zoro, la gente rifletterà e forse cambierà qualcosa.

La reazione del mondo del calcio

La vicenda Acerbi-Jesus ha suscitato molte reazioni nel mondo del calcio. Anche altri calciatori, come Zé Maria e Zapata, si sono schierati con Juan Jesus. La sentenza del giudice, che non ha trovato prove sufficienti di razzismo, ha lasciato Zoro con un sentimento di amarezza. "Anche quando i 'tifosi' ululano dagli spalti non ci sono prove", ha commentato l'ex calciatore ivoriano.

Il caso Acerbi-Jesus ha messo in luce la persistenza del razzismo nel calcio italiano, un problema che affligge il mondo del calcio da decenni. Le parole di Zoro sottolineano l'importanza di prendere provvedimenti severi per combattere questo fenomeno. Solo così si potrà sperare in un cambiamento.

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