Autovelox in Italia, una sentenza cambia le regole

La recente sentenza della Corte di Cassazione ha messo in discussione la legalità di centinaia di migliaia di autovelox e impianti per la rilevazione della velocità in tutta Italia. Questa decisione ha avuto un impatto significativo anche sul Comune di Genova.

La sentenza e le sue implicazioni

La sentenza è stata il risultato di una battaglia legale intrapresa da un avvocato di Treviso contro il suo Comune. Il principio stabilito dalla Corte di Cassazione è che un dispositivo, per poter operare regolarmente, deve essere omologato e non solo approvato dal Ministero dei Trasporti.

Il caso di Treviso

Il primo annullamento di una sanzione per superamento del limite di velocità risale al giugno del 2021. Da allora, tutte le sanzioni emesse a persone che si sono rivolte al giudice di pace Mariateresa Nugnes sono state annullate. Questo potrebbe portare a un crollo del sistema autovelox.

La vittoria di un avvocato

L'avvocato Andrea Nalesso ha vinto una battaglia legale contro il Comune di Treviso con un semplice ricorso. Il 4 novembre 2020, Nalesso è stato sorpreso a viaggiare a 96,4 chilometri orari su un tratto di tangenziale dove il limite è di 90. Ricordandosi di un giudice di pace che si era già espresso su quello stesso autovelox, autorizzato ma non omologato, ha deciso di impugnare la sanzione. Questo potrebbe aprire la strada a migliaia di automobilisti per contestare le sanzioni amministrative e rifiutarsi di pagarle.

La sentenza della Corte di Cassazione ha creato un precedente importante. Potrebbe portare a un cambiamento significativo nel modo in cui vengono gestite le sanzioni per eccesso di velocità in Italia. Tuttavia, rimane da vedere come i vari Comuni risponderanno a questa sentenza e quali saranno le sue implicazioni a lungo termine.

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