Manifesto Democratico 94: trent’anni dopo, la libertà d’espressione va ancora difesa

Manifesto Democratico 94: trent’anni dopo, la libertà d’espressione va ancora difesa
Giampiero Gramaglia – Gp News INTERNO

Trent’anni fa, la rivista bimestrale ‘Belfagor’, allora diretta da Carlo Ferdinando Russo, pubblicava il Manifesto Democratico 1994, primi firmatari Raffaele Fiengo, Cesare Segre e Corrado Stajano. Il documento ebbe l’adesione di centinaia di intellettuali, docenti, professionisti, giornalisti, che esprimevano preoccupazioni e ponevano interrogativi di fronte all’evoluzione della democrazia e della società italiane, in coincidenza con la discesa in politica di Silvio Berlusconi. (Giampiero Gramaglia – Gp News)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Francamente è stucchevole. Tutti, ma proprio tutti, possono a piacimento esercitarsi nell’affermare ogni cosa e il suo contrario grazie alla lotta partigiana e al sostegno arrivato dagli Alleati. (Primocanale)

Jurassic talk. Io lavoro da quasi trent’anni con bambini/e, adolescenti e ragazzi/e di tutte le età. Nel loro immaginario psicologico, nel loro orizzonte socio-relazionale, il 25 aprile è essenzialmente l’occasione di una festa dalla bellezza innegabile, ma scontata. (RagusaOggi)

Al suo “primo giorno di scuola” in Senato nel 1987. Nel giugno di quell’anno, Foa era stato eletto senatore della sinistra indipendente dopo una vita di battaglie nelle fila della sinistra non marxista: l’organizzazione, a Torino, di Giustizia e Libertà fondata a Parigi nel 1929 da Carlo Rosselli; la condanna del Tribunale speciale (nel 1935) a quindici anni di galera (scontati fino al 25 luglio 1943); la Resistenza; e poi, dirigente socialista e sindacale; deputato del PSI per tre Legislature; fondatore del Psiup; maestro di tanti giovani degli anni ’70, a cui non si stancava di insegnare che la Storia è sempre feconda se la si legge pensando al presente e guardando al futuro ma che il passato può essere pericoloso quando di esso si rimane prigionieri. (Questione Giustizia)

La preoccupazione dell'Aned: "Valori snaturati" - Empoli

Abitavo in un paesotto vicino a Milano, Cuggiono, di cui sono cittadino onorario. Avendo una buona memoria, anche visiva, ricordo che fu un giorno indimenticabile. (ticinolive)

Un piccolo, ma prezioso libro che racconta, tappa per tappa e anno dopo anno, la storia, il significato e la percezione del 25 aprile nelle vicende come nella memoria del nostro Paese. La guerra continua (il Mulino, 2023), offre un’accurata di cosa questa data abbia rappresentato e continui a rappresentare per il Paese. (il manifesto)

Festa che quest’anno, se possibile, appare più importante che mai e che ci deve vedere uniti nel ricordo di quanti hanno combattuto, sono morti per questi valori e hanno contribuito a scrivere la nostra Costituzione, modello di democrazia, libertà e antifascismo. (LA NAZIONE)