Ciç che rileva - ha spiegato Calabrò - non è la rdi prodotto contenuta nella confezione, che, ma piuttosto lanei confronti del consumatore. "Finalmente qualcosa si muove sul fronte dell’inflazione occulta determinata dalla pratica sempre più diffusa di ridurre le quantità dei prodotti lasciando intatti i prezzi", afferma il presidente diFurio Truzzi, aggiungendo che il fenomenoPerla shrinkflation "èper scaricare l’aumento dei costi" su consumatori e produttori, perché con la guerra in Ucraina "si…
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Invitiamo tutti a segnalare all’Adoc eventuali comportamenti difformi e scorretti al fine di non affievolire il controllo e aiutare il monitoraggio da parte dell’Antitrust in tal senso» Eccola: alimenti in confezioni più piccole, stesso prezzo. Non fatevi ingannare dal neologismo inglese, la shrinkflation si riflette sulla nostra spesa, perché riguarda tutti: in poche parole, si tratta di particolare tecnica di marketing, attraverso cui le aziende riducono la quantità di prodotto nelle confezioni…
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Foto Shutterstock. Sul tema è intervenuta anche l’'Unione nazionale consumatori, che raccomanda di fare molta attenzione alla tecnica di marketing. Infine, occhio ai prezzi arrotondati: al supermercato il cliente non troverà mai scritto 10 euro, ma 9.99 euro, per farlo sembrare meno caro Sono infatti sempre più numerose le aziende che, lasciando pressoché invariato packaging e prezzo, riducono la quantità di prodotto all’interno delle confezioni.
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L’Antitrust accende un faro sulla “shrinkflation”, quella particolare tecnica di marketing attraverso cui le aziende riducono la quantità di prodotto nelle confezioni, mantenendo i prezzi sostanzialmente invariati. Lo afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando le dichiarazioni del direttore generale dell’Antitrust, Giovanni Calabrò, sulla shrinkflation. Il Codacons ricorda di aver presentato nelle settimane scorse un esposto…
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Lo ha anticipato il direttore generale per la tutela del consumatore,, in un'audizione alla Commissione d'inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti.E così la tecnica di marketing più in uso di recente che riduce le quantità degli alimenti per mantenere prezzi invariati,che stanno osservando un fenomeno messo più volte in rilievo dalla stampa e denunciato da un'associazione dei consumatori.
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L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), informalmente nota come Antitrust, ha annunciato di aver avviato un monitoraggio sul fenomeno della shrinkflation. L’efficacia della tecnica sta nella tendenza del consumatore a essere più propenso a prestare attenzione alla quantità di denaro spesa che alla precisa quantità di prodotto acquistata. In questo modo, nonostante un aumento del prezzo unitario, i consumatori si ritrovano a spendere sempre la stessa…
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Stesso prezzo, minore quantità. Molti consumatori segnalano come, al medesimo prezzo, alcuni prodotti presentano un peso minore. Resta difficile per un consumatore ‘ricordare’ prezzo e peso di ogni prodotto Creare una sorta di inflazione indiretta: le aziende non aumentano i prezzi, ma diminuiscono la quantità di prodotto nella confezione. Senza se e senza ma, la Coldiretti definisce la shrinkflation una speculazione e pratica sleale.
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Lo “shrinkflation” è l’ultima trovata per scaricare l’aumento dei costi alimentato dalla guerra in Ucraina sugli anelli deboli della filiera come consumatori e produttori. È quanto afferma la Coldiretti nel commentare la decisione dell’Antitrust di accendere un faro su questa particolare tecnica di marketing attraverso cui le aziende riducono la quantità di prodotto nelle confezioni senza ridurre i prezzi.
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È scorretto, per non dire disonesto, diminuire il quantitativo interno di un prodotto mantenendo la confezione della stessa grandezza, oppure ridurre di pochi grammi il peso, senza portare a conoscenza chi acquista! Anche qui ricade infatti la questione della trasparenza: quanto sia consapevole il consumatore della quantità di prodotto minore che finisce nel suo carrello della spesa. Riguarda soprattutto prodotti comuni, un pacco di biscotti, la confezione di un detersivo, una…
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Un fenomeno sul quale l'allarme era stato lanciato dall'Unione Nazionale Consumatori (UNC), che o scorso 8 aprile aveva presentato un esposto Shrinkflation, la tecnica di marketing che ha trovato spazio di recente e che riduce le quantità degli alimenti per mantenere prezzi invariati, non ha convinto gli esperti. Shrinkflation, la lente dell'Antitrust. Arriva la lente del'Antitrust sul fenomeno dello "shrinkflation", quella tecnica di marketing attraverso cui le aziende riducono la quantità di prodotto nelle confezioni…
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Lo ha anticipato il direttore generale per la tutela del consumatore, Giovanni Calabrò, in un'audizione alla Commissione d'inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti. Ed in questa direzione la diminuzione della quantità di prodotto senza un'adeguata avvertenza sull'etichetta frontale, potrebbe essere ritenuta illegittima e a danno dei consumatori. (Teleborsa) - Il fenomeno della "shrinkflation" mette in allerta anche l'Antitrust, che "sta monitorando il fenomeno al fine di verificare se possa avere…
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“Per garantirsi prodotti freschi e di qualità, ma anche per sostenere il sistema produttivo territoriale e non cadere negli inganni, il nostro consiglio è di acquistare prodotti locali che non devono subire grandi spostamenti, comprare direttamente dagli agricoltori o nei mercati di Campagna Amica” concludono Reggio e Furia Lo shrinkflation è solo l’ultima trovata per scaricare l’aumento dei costi alimentato dalla guerra in Ucraina sugli anelli deboli della filiera come consumatori e…
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È scorretto, però, diminuire il quantitativo interno di un prodotto mantenendo la confezione della stessa grandezza, oppure ridurre di pochi grammi il peso rispetto a quelli tradizionali e consolidati da decenni». Di fatto «mascheravano l'aumento del prezzo», ricorda Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. Secondo Coldiretti la pratica è solo «l'ultima trovata per scaricare l'aumento dei costi alimentato dalla guerra in ucraina sugli…
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Ed in questa direzione la diminuzione della quantità di prodotto senza un’adeguata avvertenza sull’etichetta frontale, come avvenuto in più casi di recente, potrebbe essere ritenuta illegittima e a danno dei consumatori Il fenomeno sempre più in voga noto come “shrinkflation” finisce sotto il faro dell’Antitrust, che “sta monitorando” la faccenda per capire se sia opportuno aprire una indagine per “pratica commerciale scorretta” e “a danno dei consumatori”.
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La decisione dell’Antitrust di monitorare il fenomeno è stata accolta con favore da associazioni come Coldiretti e le associazioni dei consumatori. Il problema, secondo il responsabile dell’Antitrust, non è la riduzione in sé della quantità di prodotto contenuta nella confezione, decisione aziendale legittima, ma la trasparenza di tale modifica nei confronti del consumatore. Calabò ha quindi precisato che «il Parlamento potrebbe elevare questo tetto dunque lasciamo al…
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Si tratta di una particolare tecnica di marketing attraverso cui le aziende riducono la quantità di prodotto nelle confezioni, mantenendo i prezzi sostanzialmente invariati. Dati, fatti e opinioni forti: le sfide della settimana per l’economia e i mercati in un mondo instabile. Meno prodotto, stesso prezzo. E non dimenticare le newesletter L'Economia Opinioni". e "L'Economia Ore 18" L’Antitrust avvia un monitoraggio sulla cosiddetta «Shrinkflation», dall’inglese to shrink…
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Per Assoutenti – associazione no profit che tutela i diritti dei consumatori – le indagini dell’authority “sull’odioso fenomeno della Shrinkflation” lasciano ben sperare. Dall’altro obbliga le famiglie a effettuare con più frequenza la spesa, perché una confezione che contiene meno prodotto termina prima, con effetti diretti sui bilanci familiari”. Si tratta, secondo Truzzi, di una pratica che compromette il potere d’acquisto dei consumatori: “Attraverso la riduzione…
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Shrinkflation, l’Antitrust accende un faro sulle marche che riducono il contenuto e non il prezzo. La pratica non è scorretta, ma il Garante vuole essere certo che i consumatori siano correttamente informati e che non ci «pratiche commerciali scorrette». Giuliano Balestreri
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