Proteste alla Sapienza, studenti contro i legami con la Fondazione Med-Or

La gestione dell'ordine pubblico durante il corteo alla Sapienza di martedì scorso, culminata con l'arresto di due manifestanti, ha avuto due effetti. Entrambi non voluti. Il primo è stato quello di ricompattare il movimento studentesco che da mesi protesta contro i legami tra la Fondazione di Leonardo Med-Or e gli atenei e contro i progetti di ricerca dual use con Israele.

Assemblea nonostante la pioggia

Nonostante la pioggia, l'assemblea indetta dai collettivi di Sapienza for Palestine era gremita. Continua lo sciopero della fame dei due attivisti che ieri si sono incatenati alla porta di ingresso del rettorato.

Presidio e sciopero della fame

Si è svolta un'assemblea degli studenti che nei giorni scorsi ha manifestato contro gli accordi tra l'ateneo e la filiera delle armi, oltre che con altre università israeliane. Nel frattempo, continua lo sciopero della fame dei due attivisti di Cambiare Rotta che nella giornata di ieri si sono incatenati alla porta di ingresso del rettorato. È ancora in corso il presidio con le tende all'interno del cortile dell’ateneo.

Critiche alla protesta

Agli studenti contestatori interessa un futuro a incartare panini, non a migliorare il mondo. La differenza è tutta qua. Mi spiace, ma in questi studenti che pretendono di imporre la loro minoritaria volontà ad istituzioni di alta cultura quali le università italiane, non vedo degli eroi e questo non è un nuovo '68. Soprattutto, non mi sembrano la nostra meglio gioventù, se paragonati ai loro coetanei israeliani che condannano nei cortei in quanto assassini. Cambiare rotta, l'organizzazione che fa casino nelle università italiane chiedendo il boicottaggio delle università israeliane, è semplicemente – per sua stessa definizione – un'organizzazione giovanile comunista.

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