La singolare causa, che partirà davanti al giudice del Lavoro Dario Bernardi del Tribunale di Ravenna, vede tra i soggetti citati oltre all'anziano anche l'assicurazione di questi e l'Inail. Secondo i familiari del defunto, a contagiarlo era stato l'anziano che assisteva. Per i familiari dell'anziano invece non solo l'uomo si era sempre detto refrattario al vaccino, ma dopo avere contratto la malattia inizialmente si era curato con rimedi alternativi come erbe, infusi e antipiretici.
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Badante morì di Covid, i famigliari…"
Approfondimenti:
Una decisione che potrebbe fare "scuola", aprendo la strada alle richieste di risarcimento nei confronti dei presunti "untori" dei familiari defunti La difesa della famiglia dell’anziano ci tiene a precisare che «I fatti sono diversi da come sono stati riportati». Al suo ritorno, però il 1 settembre l'anziano che assisteva risultò positivo al virus. Inoltre, sempre secondo il datore di lavoro, il 68enne, no vax, avrebbe tentato…
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«Certo, perché il primo Covid in molti casi ha portato ben oltre i 40 giorni di prognosi che configurano le lesioni gravi Lei dunque è più convinto di un risarcimento civile. In sede civile infatti il criterio di accertamento della responsabilità del datore di lavoro si fonda sulla probabilità e non sulla certezza come nel penale. Ma allora potrebbero averne diritto anche gli altri 40 lavoratori che si sono contagiati nel focolaio…
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A seguire la famiglia della vittima l’avvocato Massimo Fiorillo, che sottolinea come si tratti di un caso pilota. Ma al di là del penale, farà scuola anche in ambito civile. Dalle indagini compiute dalla Medicina del lavoro, su delega della Procura, sono già emerse infatti marcoscopiche violazioni della normativa sulla sicurezza, tali da garantirci molto probabilmente un risarcimento in sede civile.
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"La famiglia ha perso un caro e subito ha presentato un esposto – spiega il legale - la procura ha fatto indagini approfondite su quanto accaduto. Secondo la procura il lavoratore contrasse il virus sul posto di lavoro: ovvero in un’azienda del settore Carni di Castelvetro dove esplose un focolaio. Ribadisco che agiremo comunque in sede civile per ottenere un risarcimento che reputo più che fondato e doveroso alla luce delle plurime violazioni accertate Sono queste le parole del legale che assiste la…
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Ora, per il decesso di quell’operaio 63enne, il titolare della società e il rappresentante della cooperativa sono accusati di omicidio a causa della mancanza di adeguati dispositivi di protezione individuale. Il caso di Castelvetro rischia di creare un precedente e di essere una sorta di spartiacque in tema di Covid e lavoro Si è svolta l’udienza preliminare e il titolare della società ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato.
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"Vista la natura della attività dell'azienda, erano già disponibili i dispositivi di protezione che sono stati regolarmente distribuiti. Durante l'udienza di giovedì, la Suincom ha chiesto il rito abbreviato a riprova, come evidenziato da Sutich, "della sua mancanza di responsabilità nella vicenda" Il caso giudiziario di Modena rischia di ribaltare il quadro della pandemia e di quanto accaduto negli ultimi due anni in Italia
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Un’azienda di carne. «Ha contratto il virus perché costretto a prestare la propria attività lavorativa senza che il datore di lavoro gli fornisse gli adeguati dispositivi di protezione individuale e senza che lo sottoponesse a visita del medico competente». Sul banco degli imputati un dirigente dell’azienda e la cooperativa Accusate due persone: da una parte c’è un dirigente dell’azienda, dall’altra il rappresentante della cooperativa di somministrazione per cui…
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La causa davanti al giudice del Lavoro del Tribunale di Ravenna. Secondo quanto delineato dal datore di lavoro, tramite memoria difensiva anche dell'assicurazione, è impossibile accertare il nesso causale tra l'infezione del badante e l'ambiente di lavoro. Quando i figli dell'anziano gli chiedevano spiegazione, lui avrebbe riferito che si sentiva forte e in buona salute e che il Covid non gli faceva paura.
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Come dire che per i ricorrenti il tampone era stato fatto tardivamente Quindi dopo una settimana di ferie dal 23 al 28 agosto, il 30 era tornato risultando positivo il 3 settembre. E l’Inail, non appena sarà pronta, dovrà depositare l’indagine ispettiva in corso sul caso in questione. L’anziano era invece risultato positivo il primo settembre ma già dalla settimana precedente avrebbe manifestato febbre, mal di testa, stanchezza.
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E va da sé che anche qui, in caso di condanna, le ripercussioni a cascata possono essere ampissime, in tutta Italia Accusati di omicidio per la morte di un lavoratore a causa del Covid. È un caso che sicuramente farà discutere quello che in tribunale a Modena è arrivato ora a un momento decisivo. Ma si tratta di una causa civile, per quanto dalle potenziali ricadute nazionali, a cascata, su tante altre morti di questo genere.
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Un uomo di 63 anni, che lavorava in appalto, per conto di una cooperativa, in una fabbrica di lavorazione carni a Castelvetro, in provincia di Modena, era morto di Covid pochi giorni dopo averlo contratto. Ieri si è svolta l'udienza preliminare e il titolare della società ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato - l'udienza è stata fissata per il 21 novembre - mentre il rappresentante della cooperativa non ha fatto richiesta di riti alternativi e, in quella…
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A riportare la vicenda, finita davanti al Tribunale della città emiliana, è la Gazzetta di Modena Tra il marzo e l’aprile de 2020 lavorava in appalto, per conto di una cooperativa, in una azienda di lavorazione carni di Castelvetro, nel Modenese, quando, contratto il Covid, morì nel giro di pochi giorni. Ora, per il decesso di quell'operaio 63enne, il titolare della società e il rappresentante della cooperativa sono accusati di omicidio a causa della mancanza…
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L'uomo aveva elevati fattori di rischio per pluripatologie di cui era affetto. 1' DI LETTURA. Tra il marzo e l’aprile del 2020 lavorava in appalto, per conto di una cooperativa, in una azienda di lavorazione carni di Castelvetro, nel Modenese, quando, contratto il Covid, morì nel giro di pochi giorni. In base alle analisi condotte dai sanitari per conto della Procura l’uomo aveva elevati fattori di rischio per pluripatologie di cui era affetto ma non sarebbe stato adeguatamente protetto sia con mascherine…
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'Ausl Romagna dovrà consegnare i risultati di tutti i tamponi fatti sul badante deceduto per covid-19 e sui suoi familiari. Per i familiari del badante invece, il contagio era avvenuto proprio nell'abitazione dell'anziano: dopo una settimana di ferie, il 30 agosto il badante era tornato al lavoro risultando positivo il 3 settembre (22 giorni dopo era morto), giusto due giorni dopo il tampone positivo dell'83enne E l'Inail dovrà esibire l'indagine ispettiva, ancora in…
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Stiamo inoltre implementando altre attività da quando abbiamo aderito al progetto Interpares". 6. Nell'ambito del progetto Interpares. La nostra cooperativa è nata quattro anni fa e si è posta fin dalla sua nascita la mission dell'inclusione sociale. Stiamo inoltre implementando altre attività da quando abbiamo aderito al progetto Interpares"
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Quest’ultimo aveva contratto il virus con tampone del primo settembre ma si era salvato perché vaccinato. Dal 23 al 28 agosto il badante era andato in ferie per contrarre il virus poco dopo il suo rientro alla casa dell’anziano. Ma, dato che la febbre persisteva, alla fine era stato visitato dai medici dell’Usca e subito dopo portato in pronto soccorso Quando i figli dell’anziano gli chiedevano spiegazione, lui avrebbe riferito che si sentiva forte e in…
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Il dibattimento, che si aprirà domani davanti al giudice del lavoro del tribunale bizantino Dario Bernardi, vede tra i soggetti citati, oltre all’anziano, anche l’assicurazione e l’Inail «I ricorrenti si limiteranno a dimostrare quello che sostengono davanti al giudice che deciderà e accerterà i fatti», spiega il legale. I familiari puntano a ottenere un risarcimento di 1,2 milioni di euro tra danni patrimoniali e non.
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La notizia è stata diffusa dal Resto del Carlino e rischia di aprire un precedente legale che farà discutere. Ora le parti si affronteranno in un’aula di tribunale, davanti al giudice del Lavoro Dario Bernardi. Adesso la famiglia chiede un risarcimento di un milione e 300mila euro al datore di lavoro. Una causa che potrebbe costituire un precedente giuridico importante. 1' DI LETTURA. RAVENNA – Badante no vax morì di Covid, la famiglia chiede i danni al datore di lavoro.
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Quest'ultimo aveva contratto il virus con tampone del primo settembre ma si era salvato (è vaccinato) mentre il tampone del badante risale al 3 settembre. Ma dato che la febbre persisteva, alla fine era stato visitato dai medici dell'Usca e subito dopo portato in pronto soccorso Ma soprattutto il collaboratore domestico non era vaccinato. Quando i figli dell'anziano gli chiedevano spiegazione, lui avrebbe riferito che si sentiva…
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Il badante di origini romene dopo aver contratto la febbre si sarebbe per esempio servito di cure alternative, costituite da erbe medicinali, infusi e antipiretici Adesso i familiari del badante 68enne di origine romena hanno fatto causa al suo anziano datore di lavoro, un 83enne di Ravenna, accusandolo di averlo infettato. Il badante morto di Covid non era vaccinato. Da quanto emerso, l’83enne avrebbe riferito che il suo collaboratore…
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La tempistica del contagio. L’anziano era risultato positivo al Covid il primo settembre dello scorso anno. Tra le parti citate dai familiari del badante, che aveva 68 anni, oltre all’anziano datore di lavoro ci sono anche l’Inail e l’assicurazione dell’83enne. Il badante non vaccinato morì dopo aver contratto il Covid, ora la sua famiglia chiede al datore di lavoro un risarcimento danni da un milione e 300mila euro, sostenendo che era stato lui, un…
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Inoltre, sempre secondo quanto raccontato dalla famiglia del datore di lavoro a cui è stato richiesto il risarcimento, il badante nei primi giorni avrebbe preferito curarsi con metodi alternativi, ossia ricorrendo a infusi e antipiretici A differenza del suo datore di lavoro, il badante presenta subito forti sintomi: febbre alta, difficoltà a respirare. Come si può essere sicuri che sia stato il datore di lavoro a contagiare il badante? I familiari del badante fanno…
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Dal 23 al 28 agosto il 68enne di origine romena era andato in ferie: ha iniziato a manifestare i sintomi del covid al rientro dalle vacanze. L’83enne residente nel ravennate si era vaccinato mentre il badante 68enne, a detta dei familiari dell’anziano, si era sempre detto refrattario al vaccino. La ricostruzione della storia. Secondo i familiari del defunto, il contagio sarebbe avvenuto sul luogo di lavoro e il decesso sarebbe avvenuto per causa esclusiva del covid.
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La causa partirà domani davanti al giudice del Lavoro del Tribunale di Ravenna, come riportato dal Resto del Carlino, e vede tra i soggetti citati oltre all'anziano anche l'assicurazione di questi e l'Inail. Il badante aveva scoperto poco dopo di essere contagiato anche lui ma mentre il pensionato ne è uscito senza troppe conseguenze, il sessantottenne purtroppo si è aggravato ed è morto, anche perché non era vaccinato a differenza del datore di lavoro.
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I familiari del badante si sono rivolti al tribunale di Ravenna per arrivare ad accertare che il decesso per covid-19 era giunto a causa di violazioni in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro. La famiglia di un badante di origine straniera non vaccinato e morto per covid lo scorso anno chiede un milione e 200 mila euro al suo datore di lavoro, un 83enne ravennate vaccinato che si è salvato, perché lo ritengono fonte di contagio.
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Le dinamiche Nel gennaio del 2021 il badante era stato assunto nel gennaio 2021 come lavoratore domestico per venticinque ore a settimana. Una causa milionaria dopo il decesso del loro defunto parente, morto di Covid nel 2021, al suo datore di lavoro. I tamponi (risultati positivi) somministrati ai due pazienti risalgono all’1 settembre (per l’anziano accudito) e al 3 settembre (per il badante) L’anziano, guarito e sopravvissuto al Covid, e secondo i familiari era…
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