L’Italia è il primo Paese europeo per numero di volatili domestici infetti, secondo solo alla Germania se si considerano anche le specie selvatiche. Allevamenti intensivi un ambiente ideale per i virus. Quando numerosi individui geneticamente molto simili sono costretti a vivere a stretto contatto tra loro si crea una condizione ideale per la diffusione delle epidemie, ed è proprio la situazione che troviamo negli allevamenti intensivi di tutto il…
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Secondo i dati aggiornati al 30 dicembre scorso, nell’Alto mantovano sono stati rilevati altri due focolai negli ultimi giorni dell’anno, portando il totale degli allevamenti con casi accertati in provincia a 25. Preoccupa ancora, tuttavia, la situazione nelle province di Mantova e Brescia. I focolai mantovani ancora attivi sono 14, mentre in 11 allevamenti sono stati estinti. In provincia di Brescia, invece, si segnalano altri tre nuovi casi, per un totale di venti allevamenti…
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L’influenza aviaria ha avuto un impatto pesante sulla produzione che ha determinato purtroppo una riduzione del reddito. I sindacati hanno chiesto un tavolo in Regione per adottare un ammortizzatore sociale per i lavoratori a tempo determinato Lo stabilimento situato a Santa Maria di Zevio (dopo gli stabilimenti di San Martino Buon Albergo e Nogarole Rocca) ha deciso di ricorrere a questa misura fino al 31 marzo.
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A distanza di una sola settimana, un altro allevamento di tacchini è stato contagiato dall’influenza aviaria interessando 11mila tacchini. Influenza aviaria: Aia ricorre alla cassa integrazione. A causa dell’influenza aviaria anche un colosso come Aia ha deciso di ricorrere alla cassa integrazione. Ci auguriamo che non ci siano altri focolai, in modo da poter ripartire anche noi con la produzione”.
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Perché gli allevamenti intensivi sono un ambiente ideale per i virus? L’Italia è il primo Paese europeo per numero di volatili domestici infetti, secondo solo alla Germania se si considerano anche le specie selvatiche. Senza affrontare le cause delle epidemie assisteremo a un circolo vizioso che divora fondi pubblici. Quando numerosi individui geneticamente molto simili sono costretti a vivere a stretto contatto tra loro si crea una condizione ideale per la diffusione delle epidemie, ed…
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“Sono oltre 250 dei 308 censiti in tutta Italia, per quella che è stata definita l’epidemia aviaria più forte di sempre in Europa. Per questo chiediamo lo stop immediato alla caccia di tutte le specie di uccelli e all’immissione di fauna selvatica a scopo di ripopolamento per fini venatori”. “Anche le doppiette diano il proprio contributo per fronteggiare l’emergenza aviaria da H5N1 e H5: dobbiamo ridurre i rischi sanitari e il danno economico.
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Si tratta di un’area che comprende una quarantina di Comuni padovani, mentre vengono confermare le restrizioni per la zona di Este e Montagnana. Resta esclusa tutta l’area “rossa” ad “altissimo rischio” che comprende la zona di Este, Montagnana e ovest Colli, dove si concentra la maggioranza degli allevamenti padovani. Si tratta di un primo segno di ripartenza, invocato dagli stessi allevatori per riprendere gradualmente l’attività dopo mesi di paralisi.
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Ma dopo settimane difficili, la diffusione dei focolai di influenza aviaria sembra rallentare. Tutti i capi, alcune migliaia di esemplari, hanno dovuto essere abbattuti, anche se molti erano già morti a causa della malattia. re focolai di aviaria anche negli allevamenti del Polesine, oltre ad un caso nella fauna selvatica. L’unità di crisi ministeriale riunitasi nei giorni scorsi ha intanto dato il via libera agli interventi nelle zone polesane Il 18 dicembre, intanto, era risultato positivo anche un gabbiano…
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Probabile che, alla base del contagio, ci sia l’ingresso accidentale, nel sito, di uccelli migratori. “La situazione è molto delicata”, si limita a dire prima di rimbalzare la questione al servizio veterinario dell’Ulss. Ora, però, bisognerà capire come il virus sia riuscito a penetrare all’interno dell’allevamento. Ma dei tacchini che facevano parte dei tre pool in cui è stato riscontrato il virus, non se n’è salvato neanche uno Da parte di Fabio Branco, titolare dell’allevamento, poca voglia di parlare e nessun…
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L’unità di crisi ministeriale nei giorni scorsi ha dato il via libera agli interventi nelle zone polesane. In Finanziaria sono stati destinati 30 milioni di euro sui fondi filiere per le carni bianche, ma la conta dei danni, diretti e indiretti, è valutata in mezzo miliardo di euro Dopo settimane difficili, la diffusione dei focolai di influenza aviaria sembra rallentare. L’influenza aviaria, che dopo l’Italia sta ora colpendo anche l’Europa, nelle ultime settimane sembra aver subito una inversione di tendenza nella sua curva di…
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L'obiettivo è quello di fornire uno strumento alternativo all'abbattimento preventivo per contrastare ulteriormente i contagi negli allevamenti situati in territori ad alta densità avicola. L'aviaria ha finora fatto danni enormi, stimati in mezzo miliardo di euro solo in Veneto, con 14 milioni di capi abbattuti Il virus H5N1 rimane però altamente contagioso e per questo dal Ministero della Salute è arrivata l'autorizzazione alla macellazione preventiva.
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In questi giorni sono state avviate le procedure per il riconoscimento dei danni diretti e indiretti subiti dagli allevatori. Sulla base ai dati della sanità al 4 gennaio erano 298 i focolai di aviaria scoperti in Italia, di cui 246 in Veneto. Vengono confermare le restrizioni nelle aree rosse ad alto e altissimo rischio. I dirigenti regionali della sanità hanno espresso la volontà di svuotare completamente, entro il 15 gennaio, gli…
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A Brescia 876 mila capi abbattuti (1,8 milioni complessivamente in Lombardia). Abbattimenti preventivi in 16 allevamenti lombardi. In più riteniamo necessaria una moratoria dei mutui e, in ogni caso, linee di finanziamento agevolate per le imprese coinvolte”. A Brescia 214 mila capi abbattuti (445 mila complessivamente in Lombardia) Sul fronte dei dati al 4 gennaio, in Lombardia si sono verificati 55 focolai (53 in allevamenti professionali e 2 in allevamenti rurali), di cui 26 a Brescia, 2 a Cremona e 22 a Mantova
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“Serve dunque mettere in campo tutti gli interventi necessari - è quanto chiede Confagricoltura Brescia -, a partire da possibili forme di anticipazione di questi indennizzi. Appello accolto dall’assessore regionale all’agricoltura, Fabio Rolfi, che nell'incontro ha confermato l’impegno a verificare l’attivazione di questi strumenti In più riteniamo necessaria una moratoria dei mutui e, in ogni caso, linee di finanziamento agevolate per le imprese coinvolte”.
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Un milione e 90mila animali abbattuti, tra quelli contagiati (876mila) e quelli uccisi in via preventiva (214mila). In più riteniamo necessaria una moratoria dei mutui e, in ogni caso, linee di finanziamento agevolate per le imprese coinvolte” E’ questo il dato – impressionante – degli effetti dell’epidemia di influenza aviaria in provincia di Brescia secondo quanto riferisce Confagricoltura in una nota che aggiorna i già rilevanti numeri dello Zooprofilattico.
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Nelle aree di rischio medio, ma a densità media e alta, per dare il via all’accasamento serve il parere favorevole della Regione Uno in un allevamento di tacchini e uno in una struttura per polli da carne. Nei giorni scorsi nuovo focolaio di aviaria a Lendinara in un allevamento di galline ovaiole. Le disposizioni riguardano gli allevamenti di una parte dei territori del Padovano, del. Nei giorni scorsi nuovo focolaio di aviaria a Lendinara in un allevamento di galline ovaiole.
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Dopo due mesi di abbattimenti riprende l’attività in una quarantina di comuni. Ad oggi sono 41 gli episodi registrati in provincia: danni per decine di milioni. Un controllo in un allevamento. ESTE. Influenza aviaria, dopo oltre due mesi di contagi e abbattimenti di milioni di capi arrivano i primi provvedimenti per la ripresa dell’allevamento nelle zone più lontane dai focolai. Intanto le organizzazioni di categoria agricole chiedono alla Regione il riconoscimento dello stato di…
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Per evitare nuove crisi serve quindi studiare a fondo questo virus e riscrivere la letteratura di riferimento Nella bassa padovana non c’è più un pollo o tacchino, solo qualche ovaiola…». Così il settore veneto ha aumentato la propria produzione a peso morto di circa 100mila quintali (+18%). Tra Verona, Vicenza, Padova e Rovigo si parla di 250 focolai e danni stimati per non meno di mezzo miliardo di euro.
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Gli animali abbattuti ormai si contano a decine di milioni, mentre i danni economici nelle aziende si contano a centinaia di milioni di euro. Confagricoltura, Cia e Coldiretti Veneto hanno chiesto alla Regione Veneto di dichiarare lo stato di calamità per l'influenza aviaria, in modo da attivare tutti gli strumenti di sostegno possibili. Le disposizioni, in Veneto, riguardano gli allevamenti di una parte dei territori del Padovano, del Vicentino, del…
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Confagricoltura, Cia e Coldiretti Veneto hanno chiesto alla Regione Veneto di dichiarare lo stato di calamità, così da attivare tutti gli strumenti di sostegno possibili. In tutto le regioni interessate sono cinque: innanzitutto Veneto e Lombardia, in misura minore Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Lazio Si tratta dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (Hpai), che avrebbe causato agli allevamenti di pollame un danno da 500…
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Sono 298 i focolai di influenza aviaria monitorati dall'istituto zooprofilattico delle Venezie, che di questa patologia è il centro di referenza nazionale. I risultati di queste azioni sono buoni e ora i focolai che possono essere dichiarati estinti sono 224. Ma la presenza di focolai ancora attivi deve indurre tutta la filiera avicola a prestare la massima attenzione per evitare un riaccendersi dell'infezione Queste ultime sono ancora presenti in soli 17 casi, compresi gli ultimi tre di fine…
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L’influenza aviaria ha avuto un impatto pesante sulla produzione che ha determinato purtroppo una riduzione del reddito. Lo stabilimento situato a Santa Maria di Zevio (dopo gli stabilimenti di San Martino Buon Albergo e Nogarole Rocca) ha deciso di ricorrere a questa misura fino al 31 marzo 2022. Negli stabilimenti di Nogarole Rocca e di San Martino Buon Albergo la produzione è nettamente calata: i lavoratori hanno turni di 2-3 ore alla settimana o solo quello della mattina.
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Ma soprattutto, significa starsene a casa senza reddito per chi i 1000 a tempo determinato» Coinvolti circa 6 mila dipendenti, ma i più colpiti sono i lavoratori a tempo determinato, circa 1000, per i quali non vale la cassa integrazione. Oggi, si lavora su un turno solo, rispetto ai due soliti in Aia, e questo per i circa 5000 a tempo indeterminato significa cassa integrazione per metà stipendio, che vuol dire tra l'altro l'80% sulla metà e non il 100%.
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L'industria alimentare Aia, specializzata nella lavorazione della carne avicola, ha dovuto far scattare la cassa integrazione negli stabilimenti di Nogarole Rocca, San Martino Buon Albergo e Zevio E come a Isola della Scala, anche negli altri territori veronesi si procede allo stesso modo, sperando di poter far ripartire al più presto gli allevamenti. Per gli allevatori sono stati attivati i protocolli di risarcimento dei danni subiti, stimati in circa 57 milioni di euro.
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